Da tempo si parla delle auto che si guidano da sole. Sembra che il futuro appartenga a loro, che ben presto non ci sarà più bisogno di conseguire la patente di guida, che disimpareremo a guidare perché, tanto, faranno tutto loro. L’antesignana più nota è l’auto di Google che ha ormai percorso 1,3 milioni di miglia in sette anni con risultati più che soddisfacenti. Tanto soddisfacenti, anzi, che l’idea è di renderla disponibile al grosso pubblico in pochi anni.
Al pensiero di guidare una self-driving car, molte persone si dichiarano terrorizzate. E per varie ragioni legate alla psicologia umana che un articolo di Slate riassume efficacemente. Innanzitutto, c’è la paura atavica di tutto ciò che è nuovo. Un tempo anche la neonata stampa faceva paura, eppure oggi è una delle invenzioni che percepiamo come più ovvie in assoluto. Stesso destino hanno subito le automobili, gli aerei, i computer (ricordate quando Umberto Eco fu accusato di aver scritto un suo romanzo con l’aiuto di un pc?) e internet.
C’è poi la paura di ciò che non si conosce o capisce: nessuno ancora sa come funzioni una self-driving car: e se qualcuno si impadronisse dei suoi sofisticati comandi e ci facesse schiantare contro un muro? Se improvvisamente si ribellasse ai suoi passeggeri come fanno i robot in tanti film di fantascienza?
Un altro importante fattore è che, per definizione, questo tipo di auto sfugge al nostro controllo e tendiamo a ritenere più rischiosi gli strumenti che non possiamo controllare direttamente: incidentalmente questo è uno dei motivi per cui reputiamo l’aereo più rischioso dell’auto. Nel primo caso c’è qualcun altro alla guida, nel secondo ci siamo noi. Figuriamoci una macchina che si guida da sola! Eppure la già citata self-driving car di Google, che, ripetiamo, ha già percorso 1,3 milioni di miglia in sette anni, è stata finora coinvolta in un solo incidente ad essa imputabile la cui dinamica, peraltro, è ancora poco chiara. Molto più sicura quindi delle auto guidate dagli umani. E del resto la maggiore sicurezza dovrebbe essere proprio uno degli assets principali della nuova vettura. Non c’è niente da fare, però. Il semplice fatto di tenere il volante tra le nostre mani ci conferisce una sicurezza illusoria (che gli scienziati chiamano overconfidence o sicumera) che, in ultima analisi, decide di rischi e incertezze della guida. Su base puramente emotiva. Si sa, infatti, che gli esseri umani giudicano più in base alle emozioni che a calcoli razionali dei rischi.
Chi vivrà vedrà. Nel frattempo sembra che la diffusione di massa della self-driving car sia ostacolata dall’eccessivo costo di alcuni suoi componenti. Proprio come accadde all’automobile prima dell’introduzione del modello T della Ford. Tanti anni fa.