La cosiddetta Donazione di Costantino, o Constitutum Constantini o Privilegium Sanctae Romanae Ecclesiae, datata 30 marzo 315, è un falso, forse il più celebre della storia occidentale insieme ai cosiddetti Protocolli dei savi anziani di Sion e con questi condivide il dubbio merito di essere la contraffazione che ha generato il maggior numero di conseguenze concrete sul maggior numero di persone.
Per secoli essa è stata brandita opportunisticamente a sostegno delle pretese temporali della Chiesa di Roma, assurgendo a pezza d’appoggio di rivendicazioni senza fondamento. Un caso quasi unico di testo in cui forse nemmeno i suoi sostenitori più accaniti hanno mai creduto fino in fondo, ma che ha prodotto, nondimeno, effetti reali e, come detto, non di poco conto.
Siamo abituati a pensare, secondo le coordinate manichee impartiteci sin dall’infanzia, che ciò che è finto o falso sia destinato ad avere conseguenze altrettanto false, irreali. La storia ci ha insegnato da tempo che questo pilastro dell’istruzione scolastica tradizionale si regge su piedi di argilla, che si sgretolano facilmente a contatto con la realtà dei fatti. La verità è che, per secoli, l’umanità ha condotto la propria esistenza in base a credenze false di ogni genere; cosa che accade ancora oggi. Non a caso, sistemi filosofici e religiosi insistono sul fatto che la vita è illusione e che non potremmo vivere senza la rassicurante presenza del falso.
È per questo che una falsificazione può guidare la condotta umana, a condizione, ovviamente, che sia creduta vera. Come già sospettava Matteo 13, 58: «E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità». La fede, la credenza, la credulità, ovvero fattori psicologici, sono in grado di rivestire di verità la finzione, facendola apparire in una luce autentica. E facendo scaturire da essa miracoli di ogni sorta.
Lo scritto che troverete qui descrive che cosa fu la Donazione di Costantino, come fu usata, quali furono le conseguenze del suo utilizzo, come fu smascherata da Lorenzo Valla, homo rixosus, filologo e umanista del Quattrocento, polemico e inquieto, autore di un opuscolo dissacratorio ancora oggi attualissimo per il quale fu costretto anche a comparire davanti all’Inquisizione.
Una lettura necessaria che ci mostra come già nel Medioevo, l’epoca del falso, intellettuali e filologi dedicassero il loro tempo a demolire imposture e fake news.