In ambito aziendale, con il termine micromanagement si intende uno stile di leadership che porta il dirigente/direttore/manager a controllare ogni singolo aspetto della prestazione lavorativa del subordinato/impiegato. Il dirigente, in altre parole, osserva da vicino ogni dettaglio, per quanto minuto, della condotta lavorativa del dipendente, concedendogli poca libertà di azione, se non nulla, e assumendo atteggiamenti estremamente invadenti, autoritari e oppressivi. Non di rado, il micromanager mette in atto comportamenti ossessivo-compulsivi nei confronti del subordinato, che riflettono una personalità narcisistica, soffocante e, in ultima analisi, spesso controproduttiva dal punto di vista lavorativo.
Per estensione, con il termine micromanagement, si intende una strategia relazionale di estremo controllo nei confronti di amici, amanti, coniugi, conoscenti, colleghi, mirante a sorvegliare ogni singolo aspetto della loro condotta con punte di ossessione che finiscono spesso con il sabotare la relazione stessa o, comunque, metterla in serio pericolo.
Ho appreso per caso dell’esistenza di questo concetto dal secondo episodio della seconda stagione della serie TV How to get away with murder e non riesco a sottrarmi all’impressione che viviamo in una società di micromanager in cui, grazie anche alle ubiquitarie tecnologie di cui disponiamo, ci è possibile controllare da vicino e senza soluzione di continuità ogni aspetto della vita delle persone che ci circondano. Il punto è che non è nemmeno necessario essere narcisisti o ossessivo-compulsivi. È la società stessa che ci spinge a gestire – questo significa il verbo inglese to manage – la vita degli altri negli aspetti più minuti (micro, appunto), invitandoci a “regalarci” l’app che ci consente di controllare il comportamento dei nostri figli o le scappatelle dei nostri coniugi o a dotarci della nuovissima telecamera a circuito chiuso in grado di monitorare non solo eventuali “incursioni” indesiderate nel nostro appartamento, ma anche le “bizzarrie” del vicino o la condotta della colf appena assunta.
Una società di micromanager è, per definizione, una società orwelliana e non mi sorprenderebbe se, in nome dei sacri principi della sicurezza e dell’ordine pubblico, anche lo Stato divenisse presto uno Stato micromanager.
Speriamo di no. Nel frattempo, attenti ai capi micromanager, veri e propri bulli del posto di lavoro. La vita con loro è davvero difficile.