Non molti sanno che, ancora oggi, alcuni paesi proibiscono, scoraggiano o censurano la pubblicazione integrale o parziale del Mein Kampf di Hitler, testo ritenuto evidentemente così diabolico da invitare forme di censura più o meno completa dell’opera. In Italia, ad esempio, la casa editrice Kaos, che nel 2002 pubblicò la traduzione integrale dell’opera di Hitler, fu costretta a riproporne nel 2006 una versione mutilata a seguito delle rimostranze dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma che non autorizzò la pubblicazione del testo da parte della casa editrice romana perché “la Repubblica Federale di Germania non intende derogare alla prassi seguita di non consentire la pubblicazione del testo integrale di Mein Kampf“.
Un fatto curioso da segnalare è che questo gioco delle traduzioni parziali caratterizzò fin dall’inizio le vicende dell’opera del dittatore tedesco e servì vari scopi politici, come quello segnalato dallo storico italiano Sandro Rogari nel suo La scienza storica (Utet, Torino, 2013) che ci dimostra come sia possibile che la mancata traduzione integrale di un libro possa dar luogo a sottili manipolazioni della realtà:
Un caso noto di fonte manipolata è il Mein Kampf che Hitler scrisse chiuso in fortezza dopo il fallito colpo di stato di Monaco del 1923, pubblicò in prima edizione in due volumi nel 1925 e nel 1926 e fu tradotto in italiano per la prima volta nel 1934, dopo l’avvento di Hitler al potere. Nell’edizione italiana erano espunte le parti nelle quali Hitler qualificava gli italiani come razza inquinata e quindi inferiore. Allo studioso che per comodità si avvalesse della versione italiana verrebbe a mancare un’informazione preziosa su quella che era la considerazione che l’Hitler prima maniera nutriva degli italiani (p. 146).
Appare probabile che, se l’opera fosse stata pubblicata nella sua interezza, gli italiani avrebbero riservato una diversa accoglienza al politico tedesco. O forse no. Fatto sta che, come è evidente dall’esempio citato, la realtà può essere modificata anche da una omissione di traduzione.