Così si intitola il breve video che trovate qui sopra, che mostra alcuni dei comportamenti superstiziosi a cui si abbandona il celebre tennista spagnolo poco prima di servire la palla.
In realtà, non si tratta di tic, ovvero di gesti involontari, ma di movimenti intenzionali dotati, secondo il tennista, di una valenza propiziatoria, vale a dire superstiziosa.
Ma perché i gesti scaramantici sono così diffusi tra gli sportivi? Parafrasando quanto dico nel mio Aloni, stregoni e superstizioni
Sarebbe facile ridere di tutti questi complessi quanto bizzarri rituali. In realtà, è necessario considerare che gli sportivi professionisti svolgono un lavoro particolarmente esposto a rischi di ogni tipo. C’è il rischio di perdere la gara importante per la quale si è sudato per tutta una stagione; il rischio di subire una umiliazione da parte degli avversari; il rischio di infortunarsi e mettere a repentaglio la propria carriera.
Tali rischi possono essere connessi a eventi puramente fortuiti, come una palla che rimbalza male, un goal sbagliato per un centimetro, una carambola maledetta che favorisce l’avversario. A tutto questo, va aggiunto che le esibizioni degli sportivi hanno luogo davanti a migliaia (talvolta, milioni) di spettatori; circostanza che incrementa la pressione psicologica sulla propria prestazione perché non c’è modo di nascondere un errore.
La superstizione fornisce, dunque, una sorta di sostegno alle incertezze e ai rischi del gioco.
Ci sono altre funzioni svolte dal comportamento scaramantico in relazione allo sport?
La risposta è sì. Ad esempio, la superstizione incrementa l’illusione di controllo, l’idea, cioè, di poter dominare eventi indipendenti dalle nostre azioni e spesso determinati da eventi puramente casuali. Potrei continuare.
Se vi interessa sapere di più sul perché noi tutti – non solo gli sportivi – ma proprio tutti noi ci abbandoniamo nelle più svariate occasioni a condotte scaramantiche, vi rimando ovviamente al mio Aloni, stregoni e superstizioni.