L’11 ottobre 2014, all’indomani dell’incontro di calcio tra Juventus e Roma che suscitò tante polemiche in merito alla conduzione arbitrale, pubblicai un post nel quale richiamavo lo splendido articolo degli psicologi Albert Hastorf e Hadley Cantril che, nel 1954, pubblicarono sulla rivista Journal of Abnormal and Social Psychology “They Saw a Game: A Case Study”. Nell’articolo i due psicologi facevano notare come una partita è un evento che viene riempito di significati dall’insieme di appartenenze, fedeltà, aspettative e credenze che ogni spettatore ha. Ogni spettatore costruisce la partita secondo modalità proprie che ne orientano percezione e valutazione. Non esistono due partite uguali. Ogni partita è un evento complesso che viene decodificato e interpretato da ogni spettatore. I tifosi di squadre avversarie, posti di fronte allo stesso evento, vedono due partite diverse.
Arrivati quasi alla conclusione del campionato di calcio italiano 2014-2015, offro qui la traduzione in italiano dell’articolo, che secondo me dovrebbe essere letto da tutti i tifosi, sportivi, giornalisti, uomini di terra, mare e chiesa affinché imparino che una partita non è mai un solo evento, ma tanti contemporaneamente, e che nessun marchingegno tecnologico cambierà mai questa realtà.
Buona lettura!