Superstizione e società

Nel senso comune, è forte la tentazione di imputare la superstiziosità a caratteristiche puramente individuali. Così, diciamo che “X è superstizioso” perché ha toccato ferro quando un gatto nero gli ha attraversato la strada e raramente ci soffermiamo sulle determinanti sociali della sua condotta. In altre parole, per gli individui ordinari, non è immediato abbracciare un’ottica sociologica sulla superstizione.  

Eppure, vari studi dimostrano che diversi fattori sociali predicono il livello di superstiziosità dei gruppi umani. Gli psicologi statunitensi Vernon Padgett e Dale Jorgenson, ad esempio, riferiscono, in un articolo del 1982, che le crisi economiche (misurate in termini di riduzione dei salari, elevati tassi di disoccupazione, minore produttività industriale) accrescono la tendenza delle persone a indulgere in condotte superstiziose.

Analizzando ciò che accadde in Germania nel periodo tra le due guerre mondiali 1918-1940 – periodo caratterizzato da grande precarietà economica e turbolenza politica – i due autori concludono che la crescente inflazione e l’instabilità governativa del periodo contribuirono notevolmente all’aumento delle condotte superstiziose, come testimonia la pubblicazione nel periodo considerato di un maggior numero di articoli dedicati all’astrologia, al misticismo e al settarismo religioso.

L’articolo dimostra empiricamente la verità dell’assunto secondo cui le percezioni e i giudizi degli individui cambiano profondamente in tempo di crisi. Le persone sono più propense a credere nel destino, nella sfortuna, nel malocchio, nelle predizioni di maghi e sensitivi e in altri fattori non razionali dell’esistenza.

Studi come quelli di Padgett e Jorgenson mostrano la parzialità delle convinzioni che vedono nella superstiziosità una caratteristica connaturata quasi in maniera ontologica a singole individualità. Determinate condizioni sociali e situazionali accrescono la probabilità di sviluppare atteggiamenti e comportamenti superstiziosi; atteggiamenti e comportamenti che rappresentano spesso l’unico baluardo psichico e sociale per fronteggiare le minacce provenienti dai periodi di squilibrio politico ed economico.

Per saperne di più sui fattori sociali e psicologici che determinano la superstiziosità, rimando al mio Aloni, stregoni e superstizioni.

Fonte:

Padgett, V. R., Jorgenson, D. O., 1982, “Superstition and Economic Threat: Germany, 1918-1940”, Personality and Social Psychology Bulletin, vol. 8, n. 4, pp. 736-741.

Questa voce è stata pubblicata in Sociologia e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.