In un’epoca di “crisi di valori” come quella in cui vivremmo, non è insolito che ci si richiami a libri “sacri”, come la Bibbia, alla ricerca di principi saldi su cui far affidamento per l’educazione morale dei nostri figli. Il problema è che tutti i libri sacri offrono una quantità di precetti morali estremamente eterogenei, contestuali, contingenti e contraddittori, al punto da suggerire tutto e il contrario di tutto. Prendiamo l’educazione dei bambini. Cosa dice la Bibbia dei bambini e del modo in cui devono essere educati?
La maggioranza dei credenti ha ben presenti alcune frasi del Nuovo Testamento che sembrerebbero suggerire un’alta considerazione dei bambini. Ad esempio:
Marco 10, 13-16: «Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva».
Marco 9, 33-37: «Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
I bambini, dunque, come creature da benedire e amare. Nel Vecchio Testamento, però, si trovano dei versetti di tenore completamente diverso. Eccone alcuni:
In Proverbi 13, 24, è scritto: «Chi risparmia la sua verga odia il suo figliuolo; Ma chi l’ama gli procura correzione per tempo». Da questo proverbio biblico trae legittimazione la pratica di malmenare i figli a scopo pedagogico.
Levitico 26, 29: «Mangerete la carne dei vostri figli, mangerete la carne delle vostre figlie». Un esempio di cannibalismo filiale, non il solo.
Deuteronomio 28, 53: «Durante l’assedio e l’angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il Signore tuo Dio ti avrà dato».
2Re 6, 28-29: «Il re aggiunse: «Che hai?». Quella rispose: «Questa donna mi ha detto: Dammi tuo figlio; mangiamocelo oggi. Mio figlio ce lo mangeremo domani. Abbiamo cotto mio figlio e ce lo siamo mangiato».
Lamentazioni 2, 20: «Guarda, Signore, e considera; chi mai hai trattato così? Le donne divorano i loro piccoli, i bimbi che si portano in braccio! Sono trucidati nel santuario del Signore sacerdoti e profeti!».
Ezechiele 5, 10: «Perciò in mezzo a te i padri divoreranno i figli e i figli divoreranno i padri».
Sembra poi che il Dio veterotestamentario, nella sua ira, non abbia pietà nemmeno dei bambini.
1Samuele 15, 3: «Va’ dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».
2Re 8, 12: «A ciò Azael disse: “Perché il mio signore piange?” A ciò egli disse: “Perché so bene che danno farai ai figli d’Israele. Consegnerai al fuoco i loro luoghi fortificati, e ucciderai con la spada i loro uomini scelti, e sfracellerai i loro fanciulli, e sventrerai le loro donne incinte”».
Isaia 57, 5: «Voi, che spasimate fra i terebinti, sotto ogni albero verde, che sacrificate bambini nelle valli, tra i crepacci delle rocce».
Geremia 6, 11: «Io perciò sono pieno dell’ira del Signore, non posso più contenerla. « Riversala sui bambini nella strada, e anche sull’adunanza dei giovani, perché saranno presi insieme uomini e donne, l’anziano e il decrepito».
Geremia 32, 35: «E costruirono le alture di Baal nella valle di Ben-Hinnòn per far passare per il fuoco i loro figli e le loro figlie in onore di Moloch».
La Bibbia non è il solo testo sacro “ostile” ai bambini. Se si legge La Regola di San Benedetto, ad esempio, si può trovare un piccolo capitolo intitolato “Come debbano punirsi i fanciulli di minore età” dove si legge:
«Ad ogni età e ad ogni intelligenza deve corrispondere un trattamento proporzionato. Perciò i fanciulli e i giovinetti, o quelli che non sono capaci d’intendere la portata della scomunica, tutti questi, se commettono delle colpe, siano puniti con gravi digiuni o repressi con severe battiture, perché guariscano».
Punizioni corporali, digiuni, stragi, distruzioni, cannibalismo e crudeltà. Siamo sicuri che i testi sacri siano i più indicati per educare moralmente le persone?