“Non assegnare ai giocatori la maglia con il numero “88”, considerato un richiamo esplicito alla simbologia nazista”. Così recita il punto 2 della Dichiarazione di intenti per la lotta contro l’antisemitismo nel calcio, sottoscritta pochi giorni fa dal Ministro dell’Interno, il Ministro per lo Sport e i Giovani, il Coordinatore Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, la Federazione Italiana Giuoco Calcio.
La ragione di questo divieto sta nel fatto che, negli ambienti neonazisti, il numero “88” – dove l’8 rimanda alla ottava lettera dell’alfabeto, la h, e vuol dire, dunque, HH – viene adoperato come acronimo di “Heil Hitler”. Secondo un’altra versione, l’88 ricorderebbe il cannone contraereo usato dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, l’8,8 cm FlaK, soprannominato, appunto, l’88.
Il numero “88” si trova spesso – come segnalato dall’Osservatorio antisemitismo – sui volantini diffusi dai gruppi neonazisti, nei saluti e nei commenti finali delle lettere scritte dai membri di questi gruppi e nei loro indirizzi e-mail.
Come ricorda, tuttavia, la relativa voce di Wikipedia, il numero “88” ha una simbologia complessa. Ad esempio, nel codice morse “88” è un’abbreviazione comunemente usata con significato di love and kisses (baci e abbracci). Ma è anche il numero atomico del Radio (Ra). Inoltre, il pianoforte ha ottantotto tasti. Cosmos 88 è un satellite artificiale russo. 88P/Howell è una cometa periodica del sistema solare e 88 è il numero delle costellazioni. Infine, “88” possiede un numero piuttosto cospicuo di proprietà matematiche.
A mio avviso, impedire ai calciatori di indossare l’“88” sulle loro maglie equivale a ridurre la complessa simbologia del numero a un’unica dimensione minacciosa, precedentemente relegata a un contesto simbolico circoscritto, sancendone definitivamente l’appropriazione in chiave neonazista.
Con questa decisione, il numero “88” diviene il numero neonazista per eccellenza, la cifra teratomorfica da temere per sempre. La sua valenza simbolica trascende i limiti subculturali precedenti, fagocitando ogni sua “lettura” che, da ora in poi, non potrà che essere univocamente neonazista.
In questo modo, finiamo con il conferire al segno di un codice ristretto un valore universale, generando un vizioso effetto di backfire, che darà ulteriore visibilità e potenza alla semiologia posthitleriana.
Come insegna la sociologia, le azioni umane hanno spesso delle conseguenze difformi da quelle desiderate. A volte anche contrarie. È il caso della “promozione” del numero “88” a nuovo numero della bestia.
Per altre contraddizioni sul mondo del calcio, rimando al mio Hanno visto tutti! Nella mente del tifoso.