Sugli effetti prodigiosi della ripetizione

Fa notare Massimo Polidoro in uno dei suoi ultimi libri che

ogni attività ripetuta modifica il nostro cervello. È un processo noto come “neuroplasticità” e indica la capacità del cervello di modificare la propria struttura nel corso del tempo in risposta all’esperienza. Questo significa che se si decide di praticare una certa attività, per esempio suonare il pianoforte, le parti del cervello legate ai movimenti delle dita sulla tastiera mostreranno maggiori livelli di attività, anche quando non si suona, e in certi casi sarà anche possibile misurare in quelle parti del cervello una crescita in termini di volume e densità (Polidoro, M., 2023, Geniale. 13 lezioni sull’arte di vivere e pensare, Fetrinelli, Milano, p. 203).

La ripetizione, che solitamente associamo alla noia e alla monotonia, è in grado di provocare i più grani cambiamenti in noi e nella nostra mente. Ma anche di promuovere le nostre migliori facoltà.

È nota la teoria di Anders Ericsson (The Role of Deliberate Practice in the Acquisition of Expert Performance, 1993) secondo cui sono necessarie 10.000 ore, pari a 10 anni, di esercizio disciplinato e ripetitivo per essere capaci di alte prestazioni in qualsiasi ambito professionale, dalla musica agli scacchi, dalla letteratura allo sport ecc.

Gli esempi sono numerosi.

Mozart è famoso per aver iniziato a comporre musica a sei anni. Tuttavia, le sue prime composizioni, spesso arrangiamenti di opere di altri compositori, non sono considerate eccezionali. Il primo concerto considerabile un capolavoro (n. 9, K 271) lo compose a ventun anni, quando si dedicava in maniera decisa alla composizione da ormai dieci anni. Anche per diventare campioni di scacchi servono quasi dieci anni. Soltanto il leggendario Bobby Fischer raggiunse quel livello in meno tempo: nove anni. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, era ossessionato dai computer, ma quando era studente erano macchine non accessibili ai “comuni mortali”. Per una serie di fortunate coincidenze, nel 1968, a partire dai 13 anni e per i restanti anni del liceo, riuscì a dedicarsi per migliaia di ore alla programmazione su un elaboratore della scuola (Polidoro, M., 2023, Geniale. 13 lezioni sull’arte di vivere e pensare, Feltrinelli, Milano, p. 211).

Anche le preghiere si basano spesso sulla ripetizione. Anzi, preghiere come il rosario fanno della ripetizione la loro cifra principale. Con quali effetti sulla mente e sul corpo?

Per scoprirlo rimando al mio: La Sacra Corona. Storia, sociologia e psicologia del rosario

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