Street Fighter è uno dei videogiochi giapponesi più noti e frequentati dagli appassionati (e dalle appassionate) del settore. Creato nel 1987, ha conosciuto ben quattro serie oltre a un gran numero di versioni che ne hanno decretato il successo planetario fino a oggi, anche grazie agli adattamenti cinematografici e fumettistici. Street Fighter propone personaggi che combattono in continuazione, ognuno caratterizzato da mosse che lo differenziano dagli altri e che lo rendono immediatamente riconoscibile.
Una delle sfide che i suoi fans devono affrontare è quella di riuscire a scoprire i trucchi più adatti per sconfiggere l’avversario di turno e passare al livello successivo. Il personaggio principale del gioco è Ryu, esperto in una forma particolarmente violenta di arti marziali. È lui la sfida principale per chi si dedica a Street Fighter. Il fatto curioso è che, in Street Fighter II, Ryu non si limita solo a combattere, ma, spinto da un afflato di generosità, arriva a suggerire agli avversari sconfitti una strategia per avere la meglio su di sé. Questa strategia è sintetizzata nella formula giapponese: “Se non riesci a sconfiggere il pugno del drago nascente, non riuscirai a vincere!” (in inglese “If you cannot overcome the Rising Dragon Punch, you cannot win!”). A causa di un errore di traduzione, provocato dalla pronuncia cinese di parte della frase, Rising Dragon Punch è diventato Sheng Long trasformando così il suggerimento di Ryu in “Devi sconfiggere Sheng Long se vuoi avere la possibilità (di vincere)” (in inglese “You must defeat Sheng Long to stand a chance”). L’errore di traduzione ha indotto nei fans la convinzione che bisognasse sconfiggere un nuovo personaggio, chiamato appunto Sheng Long, per andare avanti nei livelli del videogioco. Molti si sono così dedicati, anima e corpo, a scovare un nuovo protagonista che, in realtà, non esisteva, ma che, grazie anche al passaparola degli appassionati, sembrava poter uscire fuori da un momento all’altro.
A rendere le cose ancora più interessanti, nell’aprile del 1992, la rivista EGM (Electronic Gaming Monthly) ha fornito una descrizione dettagliata di come trovare e sconfiggere Sheng Long. I fans di Street Fighter hanno trascorso, dunque, i mesi successivi a seguire le indicazioni della rivista (tra cui figurano, ad esempio, i consigli di finire il gioco senza mai farsi colpire o di finirlo utilizzando sempre la stessa mossa per tutta la partita) per scoprire, nel dicembre dello stesso anno, sempre dalle pagine della rivista, che il tutto era stato un pesce d’aprile architettato per farsi beffa delle convinzioni degli appassionati, alimentate dall’errore di traduzione. Convinzioni che, però, nel tempo, non sono cambiate se è vero che sia nel 1997, da parte della stessa EGM, sia successivamente nel 2008, lo stesso scherzo è stato riproposto senza che i fans se ne rendessero conto, rendendo ogni volta necessario l’intervento chiarificatore del burlone di turno.
Dopo tanti anni, si può ben dire che Sheng Long rappresenti un personaggio reale per i fedeli di Street Fighter. Almeno nel senso che la sua leggenda è ormai radicata nel loro immaginario collettivo. Tanto che più volte si è discusso delle sue fattezze e delle sue abilità. Riviste specializzate come GameDaily e GameSpot ne hanno più volte riconosciuto la fama e lo stato leggendario. I fan più accaniti hanno chiesto che sia finalmente progettato e inserito nelle prossime versioni del gioco in pianta stabile.
Forse non diventerà mai reale come può diventare reale il personaggio di un videogiochi. Forse sì. Fatto sta che raramente un personaggio inesistente ha acquistato tanta credibilità e “realtà” in seguito alle chiacchiere della gente. E naturalmente in seguito a un errore di traduzione.
Troppo divertente! Poveri giocatori! Un altro famoso errore di traduzione nei videogiochi è ‘All your base are belong to us’. Il testo compariva nel gioco Zero Wing della Toaplan su Sega Mega Drive. Oggi è citato dagli esperti della localizzazione dei videogiochi come esempio di bassa qualità di traduzione.