In un post recente, ho già fatto notare la freschezza di alcune osservazioni di Vilfredo Pareto, avo, seppure poco amato, della sociologia italiana, autore di testi ancora oggi attuali. Sempre dal suo Compendio di sociologia traggo questo periodo che traccia la storia di una delle razionalizzazioni – Pareto le chiama “derivazioni” – più adoperate dagli esseri umani in occasioni di disastri e catastrofi. È noto che, in periodi di crisi o calamità naturali e/o sociali, si tende o alla logica del capro espiatorio, consistente nel prendersela con qualcuno o qualcosa, imputandogli l’origine di ogni male (ebrei, cristiani, immigrati ecc.) o alla logica della trasgressione, consistente nell’indicare in una violazione delle regole la ragione del disastro. Ad esempio, quando emerse la tematica dell’AIDS, teologi e moralisti additarono nell’infrazione delle norme morali e religiose da parte di omosessuali e tossicodipendenti la causa del tremendo virus. Ancora oggi, terremoti e catastrofi naturali sono “spiegati” con la violazione di regole morali da parte di uomini e donne (“Sono i vostri peccati la causa del disastro!”). Nel periodo che segue, Pareto ricostruisce in poche parole la storia di queste “spiegazioni”. Leggiamolo.
I profeti israeliti trovavano la causa dei periodi discendenti della prosperità d’Israele nell’ira di Dio; i romani erano persuasi che ogni male sofferto dalla loro città aveva per causa una trasgressione al culto degli dèi: occorreva scoprirla e poi offrire un adeguato compenso agli dèi, per far tornare la prosperità; moltissimi storici, anche tra i moderni, cercano e trovano cause simili nella «corruzione dei costumi», nell’«auri sacra fames», nelle trasgressioni alle regole morali, o del diritto, dell’umanitarismo, nei peccati dell’oligarchia che opprime il popolo, nella troppo grande disuguaglianza della ricchezza, nel capitalismo e via di seguito. Di simili derivazioni ce n’è per tutti i gusti.
Perché crisi e catastrofi sono spiegate in questo modo? La risposta è che per gli esseri umani è preferibile individuare una causa precisa, per quanto fumosa e astratta (la proliferazione del peccato, il mancato rispetto di un codice morale, la trasgressione della parola di un dio), piuttosto che arrendersi alla casualità. Per noi è difficile tollerare che eventi importanti come un disastro naturale accadano semplicemente per caso e, quindi, cerchiamo un motivo, come l’infrazione di una regola morale, che, in ultima analisi riconduce a noi. Meglio sapere che noi cattivi umani abbiamo provocato quel maremoto che accogliere l’idea che, talvolta, le cose semplicemente accadono.
Date all’uomo una causa e vi giustificherà il mondo!
…per quanto riguarda la Bibbia, non generalizza mai su terremoti, alluvioni ecc.
A volte l’uomo è vittima degli eventi casuali a volte “raccoglie quello che semina.
Sia Salomone che altri si sono espressi in tal senso…