Molte sono le osservazioni sociologiche e antropologiche che è possibile fare sul contenuto del decreto tramite il quale il vescovo di Civita Castellana, Marco Salvi, ha dichiarato riguardo ai fatti di Trevignano e di Gisella Cardia: constat de non supernaturalitate, ossia “Le apparizioni mariane a Trevignano non hanno nulla di soprannaturale”.
La Chiesa possiede tre formule per esprimere un giudizio sull’origine soprannaturale di un fenomeno:
Constat de supernaturalitate: si conferma l’origine soprannaturale del fenomeno;
Constat de non supernaturalitate: si conferma l’origine non soprannaturale del fenomeno;
Non constat de supernaturalitate: Formula dubitativa con la quale non si conferma né l’origine soprannaturale, né quella non soprannaturale del fenomeno.
Il fatto che il vescovo di Civita Castellana abbia scelto la formula di rifiuto è indice del grado di negazione assoluta delle apparizioni mariane a Trevignano da parte delle autorità cattoliche. Rifiuto espresso categoricamente con le parole: “Il titolo ‘Madonna di Trevignano’ non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile”.
Il decreto impone poi ai sacerdoti il divieto di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare nei luoghi dei fatti di Trevignano o anche in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali. Vieta anche il semplice recarsi nel luogo di questi fatti.
Tra le ragioni di condanna dei messaggi della Madonna di Trevignano il fatto che essi presentano numerosi errori teologici e “l’eccessiva semplicità dei temi dei messaggi e delle esortazioni della presunta veggente”.
Ma è proprio su questi rilievi che si focalizza l’attenzione del sociologo. Non è forse vero che errori teologici ed eccessiva semplicità sono una costante sociologica dei messaggi delle varie madonne “approvate” di Lourdes, Fatima, Medjugorje e simili? Ad esempio, i veggenti della città bosniaca non sono stati forse accusati di ripetere in continuazione gli stessi messaggi bolsi e vacuamente ecumenici? Un esempio risalente al 25 febbraio 2024: “Cari figli! Pregate e rinnovate il vostro cuore affinché il bene che avete seminato porti frutto di gioia e di unione con Dio. La zizzania ha preso molti cuori e sono diventati sterili, perciò voi, figlioli, siate luce, amore e le mie mani tese in questo mondo che anela a Dio che è amore”.
Ebbene, questo messaggio non è fin troppo prevedibile e privo di originalità, richiamando toni e tempi presenti nei “pensierini” sulla pace di ogni bimbetto di scuola elementare?
La stessa elementarità si trova in sostanza in tutte le apparizioni mariane. E ricordiamo che né Bernadette né i tre pastorelli di Fatima erano esattamente “esperti” in questione teologiche.
Insomma, il vescovo Marco Salvi parla di Trevignano, ma le sue osservazioni non possono estendersi sociologicamente a tutte le apparizioni mariane?