In una delle ultime puntate della prima stagione della celebre serie tv «The Big Bang Theory», intitolata “La reazione alle arachidi” (2008), si svolge il seguente scambio di battute tra Leonard, Penny e Sheldon.
Leonard: Come sai che sabato è il mio compleanno?
Penny: Ti ho fatto l’oroscopo ricordi? L’avrei fatto a tutti se Sheldon non avesse fatto uno dei suoi tipici discorsi psicotici.
Sheldon: Per la cronaca, quel discorso psicotico era una concisa sintesi dello studio di Bertram Forer, che, nel 1948, dimostrò definitivamente attraverso meticolosi esperimenti che l’astrologia non è altro che un mucchio di fesserie pseudoscientifiche.
Penny: Bla, bla, bla, tipico del Toro.
Bertram R. Forer (1914–2000) è un nome noto agli psicologi (ma Sheldon non è un fisico teoretico?), ma poco noto ai più, nonostante sia autore di uno degli studi più importanti sulla credibilità umana “The Fallacy of Personal Validation: A classroom Demonstration of Gullibility” (“La fallacia della convalida soggettiva: una dimostrazione di credulità in aula”). In questo studio, a differenza di quanto sostiene Sheldon, dimostra non tanto che l’astrologia è un “mucchio di fesserie pseudoscientifiche”, ma che il nostro rapporto nei confronti dell’astrologia è viziato da una fallacia di fondo – denominata fallacia della convalida soggettiva o effetto Forer – che ci induce a essere particolarmente disposti a credere nelle sue previsioni. L’articolo non riguarda, dunque, l’astrologia, ma chi vi crede.
Ho già tradotto il testo di Forer, per il quale rimando a questo mio post precedente.
L’articolo dello psicologo americano, insieme ad altri quattro, farà parte di un mio libro di prossima pubblicazione presso la PM edizioni, intitolato Aloni, stregoni, superstizioni, tutto dedicato alla credulità umana. Un testo quasi unico nel suo genere, che mi permette di fare il punto su una serie di meccanismi mentali che da tempo mi ossessionano e che condizionano la mente e la vita di tutti noi.
Nel frattempo, mi piace considerare le parole di Sheldon come una sorta di preannuncio del libro.
E non dite, come Penny, che è tutto un bla, bla, bla!