Ruoli e personalità

In sociologia, per “ruolo” si intende generalmente l’insieme di aspettative e norme a cui un individuo è tenuto a conformarsi per il fatto di occupare una determinata posizione all’interno della società. È uno dei concetti principali di questa disciplina. Su di esso sono stati scritti moltissimi testi e organizzate parecchie tesi di laurea.

Sarebbe un errore, però, ritenere che si tratti di un concetto puramente “intellettuale” con nessuna conseguenza sulla vita reale delle persone. La sociologia viene spesso accusata di formulare in termini inutilmente complicati le condotte quotidiane degli esseri umani e di limitarsi a tradurre l’ovvio in termini astratti. Le declinazioni contingenti del concetto di ruolo smentiscono questa accusa.

Basta leggere le seguenti parole, tratte da un testo di psicologia dell’organizzazione (quindi non di sociologia), per rendercene conto:

Tutti conosciamo qualcuno che stimavamo persona aperta, laica, critica, intelligente, che non appena si trova ad occupare un qualche incarico in una qualche organizzazione si trasforma completamente, «smette di ragionare con la sua testa» e ci appare dogmatico, chiuso, acritico, intollerante, ecc. Scartando l’ipotesi della stupidità generale e dilagante, dobbiamo allora riconoscere che il ricoprire un ruolo induce in tutte le persone modificazioni più o meno rilevanti di comportamento. D’altra parte, questa è proprio la ragione d’essere delle organizzazioni che tendono a fare interagire ruoli anziché individui (Depolo, M., Sarchielli, G. (a cura di), 1991, Psicologia dell’organizzazione, Il Mulino, Bologna, p. 39).

Chi lavora all’interno di un’organizzazione – quindi, quasi la totalità di coloro che lavorano – sa bene che cosa significhino queste parole. L’adesione a un ruolo ha il potere, talvolta, di modificare sensibilmente la personalità degli individui, rendendoli irriconoscibili a chi ha rapporti con loro al di fuori dell’organizzazione in cui lavorano. Persone estremamente simpatiche e affabili, una volta inserite in un ruolo, diventano antipatiche e insopportabili. Uomini gentili e affettuosi con le proprie consorti diventano incredibilmente aggressivi e intolleranti con i propri subordinati o colleghi. Donne apparentemente subordinate in famiglia diventano sorprendentemente dominanti ed esigenti al lavoro. Individui pigri nella vita quotidiana si trasformano in tipi energici mentre lavorano. Si potrebbe continuare.

I ruoli, lungi dall’essere una inutile astrazione sociologica, trasformano le persone, a volte in modi che ci lasciano stupefatti. Anzi, per alcuni, questo è uno dei misteri sociologici più profondi della vita di gruppo.

La realtà è che la società ci plasma e modifica continuamente, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Così come non ci rendiamo conto del fatto che le nostre interazioni ordinarie sono spesso interazioni fra ruoli piuttosto che fra persone.

È per questo che la sociologia è interessante: perché problematizza ciò che per la maggior parte di noi è ovvio e scontato. Tranne poi lasciarci a bocca aperta quando succede.

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