Nel suo celebre Emilio, Jean-Jacques Rousseau (1712 – 1778) offre una quantità stupefacente di suggerimenti su come allevare un bambino, molti dei quali ancora attualissimi: la sua avversione alle diete basate sulla carne, ad esempio, farebbe felice molte madri vegetariane di oggi. Rousseau aveva anche familiarità con il meccanismo della profezia che si autoavvera, pur non conoscendo il termine. In vari punti della sua opera, egli si dimostra perfettamente consapevole del suo funzionamento. Un esempio notevole riguarda il comportamento da tenere quando un bambino cade. Ascoltiamo le parole del filosofo ginevrino:
Se [il fanciullo] cade, se si fa un gonfio alla testa, se gli esce il sangue dal naso, se si taglia le dita, anziché affaccendarmi intorno a lui con aria allarmata, resterò tranquillo, almeno per un po’ di tempo. Il male è fatto, è una necessità ch’egli lo sopporti; tutta la mia premura non servirebbe che a spaventarlo di più e ad accrescere la sua sensibilità. In fondo, quando si è feriti, è meno il colpo che la paura quello che affligge. Io gli risparmierò almeno quest’ultima angoscia; poiché egli certamente giudicherà del suo male come vedrà ch’io ne giudico: se mi vedrà accogliere con inquietudine per consolarlo e compiangerlo, si crederà perduto: se mi vedrà invece conservare il mio sangue freddo, riprenderà ben presto il suo e crederà il male guarito quando non lo sentirà più. È a quest’età che si prendono le prime lezioni di coraggio e che, sopportando senza spavento dei dolori leggeri, s’impara gradatamente a tollerare i grandi (Rousseau, J.-J., 1762, “Emilio”, in Idem, 1972, Opere, Sansoni, Firenze pp. 382-383).
Ogni ferita comporta un aspetto fisiologico – il trauma – e un aspetto psicologico – il significato che il soggetto attribuisce al trauma. L’aspetto psicologico, soprattutto nei bambini, è profondamente influenzato dall’atteggiamento che nei suoi riguardi assumono le figure significative, genitori in primis. Ecco perché accogliere cadute e ferite dei bambini con eccessivo allarmismo può aumentare la percezione del dolore e della gravità della situazione. In alcuni casi, il bambino si dispera se osserva nel genitore un contegno disperato; non versa neppure una lacrima se il genitore “conserva il suo sangue freddo”. Si crea insomma una vera e propria profezia che si autoavvera dalle ripercussioni pedagogiche eccezionali. Di questo i genitori di oggi non sempre sono consapevoli. Rousseau lo sapeva perfettamente oltre 250 anni fa.