Uno dei pilastri delle teorie cospiratorie appoggiate dai No Vax vuole che i vaccini siano stati introdotti non per proteggerci dal virus, ma per arricchire le tasche, già peraltro ben stipate, delle grandi aziende farmaceutiche, perennemente votate al dio “profitto”. Lo dimostrerebbe, fra l’altro, la “retorica dei booster”, ossia l’ossessiva insistenza sul numero n di richiami che l’umanità dovrà ricevere nei prossimi mesi/anni.
La stessa “teoria” afferma che i vaccini, la cui “reale” composizione non sarebbe nota oppure, secondo le versioni, conterrebbe sostanze note, ma perniciose o ottenute in maniera immorale (corpi tossici, feti di bambini abortiti ecc.) o ancora non sperimentate, non avrebbero alcun effetto significativo sugli individui o, anche qui secondo le versioni, avrebbero effetti avversi, conoscibili e valutabili sia nell’immediato – migliaia di persone sarebbero morte in questi mesi dopo essere state vaccinate – sia nel prossimo futuro – migliaia di persone moriranno di qui a pochi mesi/anni in seguito alle vaccinazioni.
Mettendo da parte l’assurdità cospiratoria di questa teoria, si può dire che essa si regge su un malinteso, già smascherato qualche secolo fa da Adam Smith. Ne La ricchezza delle nazioni, la sua opera più celebre, l’economista scozzese, volendo svelare l’arcana armonia sociale del mercato, riassunse questa nella celeberrima frase: «Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse».
Senza digredire sui meriti o demeriti del liberismo, applicata a Big Pharma questa osservazione smonta, in poche parole, la teoria dei No Vax sopra sintetizzata. È proprio perché le grandi aziende farmaceutiche hanno l’obiettivo – in quanto aziende – di conseguire profitti dalla propria attività, che hanno tutto l’interesse a immettere nel mercato prodotti (farmaci, vaccini ecc.) efficaci, “che fanno quello che dicono di fare”. Se ciò non avvenisse, se, ad esempio, fossero introdotte “merci” inefficaci, che non hanno alcun effetto o che determinano effetti avversi, le stesse aziende sarebbero costrette a ritirare i loro prodotti dal mercato (come è successo e succede), pagare multe esorbitanti, sostenere costi legali abnormi con conseguenze disastrose sul fatturato, unica “ragione di vita” delle aziende.
Parafrasando Smith, potremmo dunque dire: «Non è certo dalla benevolenza di Big Pharma che ci aspettiamo il nostro farmaco, ma dal fatto che essa ha cura del proprio interesse».
L’altro “postulato” dei No Vax presenta due grandi contraddizioni di fondo. Da un lato, si dice che non si conosce la “reale” composizione dei vaccini, dall’altro si ipotizzano ingredienti misteriosi e inquietanti dal sicuro effetto letale. Da un lato, si dice che non si conoscono gli effetti a breve-medio termine dei vaccini, né, tantomeno, gli effetti a lungo termine, dall’altro si agita lo spettro di una strage mondiale che vedrà la popolazione della terra ridursi in maniera esponenziale nel prossimo futuro.
Insomma, nelle narrazioni dei No Vax, Big Pharma è il grande calderone nel quale sono proiettate le ansie e le paure di chi è sconvolto dal virus e trova rassicurazione nella costruzione di teorie cospiratorie. E per chi ha bisogno di consolazione, tutto va bene, per quanto contradditorio possa essere.