Per quanti anni Saul regnò su Israele secondo 1 Samuele 13, 1? “20” o “42”? Gli abitanti della città di cui si parla in 2 Samuele 12, 31 furono fatti “lavorare nelle fornaci di mattoni” o “gettati nelle fornaci di mattoni”? In Matteo 26, 50, Gesù disse: “Amico, per questo sei qui” o “Amico, che sei venuto a fare?”?
In Marco 1, 5, le persone che accorrono da Giovanni per farsi battezzare da lui “confessano i loro peccati” o “proclamano le loro trasgressioni”? In Marco 6, 20, Erode “vigila” su Giovanni o “lo custodisce”? In Matteo 5, 19 che cosa intende dire Gesù quando parla dei “minimi” nel regno dei cieli? Secondo Luca 23, 32, in croce c’erano “due malfattori” o “anche due malfattori”?
I precedenti sono solo alcuni dei passi biblici su cui si è esercitato lo sforzo dei traduttori nel corso del tempo. Uno sforzo non sempre coerente, come è evidente dalle ambiguità che, ancora oggi, permeano le traduzioni – anche le più note – della parola biblica.
Non si tratta di banali errori o disattenzioni, ma, spesso, di precise scelte strategiche volte a enfatizzare questo o quell’aspetto delle sacre scritture e a favorire alcune interpretazioni a scapito di altre.
Su queste mistranslations si soffermano Giambernardo Piroddi, scrittore e traduttore dal greco, e Giuseppe Verdi nel video “LE FALSE TRADUZIONI del NUOVO TESTAMENTO”, facilmente reperibile su YouTube, che esamina alcuni dei “significati nascosti” che si celano dietro particolari scelte traduttive in un viaggio entusiasmante, di poco meno di due ore, che piacerà anche a chi non mastica il greco biblico.
Giambernardo Piroddi è anche autore del libro Gesù non amava i nemici. Quello che i vangeli greci raccontano e le traduzioni censurano, Edizioni Clandestine, 2024, che promette di essere un testo estremamente interessante per chi ha interesse negli “errori di traduzione che hanno cambiato il mondo”.