Secondo voi è possibile vivere in una società in cui le sigarette sono proibite e l’eroina e la cocaina sono permesse? Una simile società ci apparirebbe immediatamente come il parto della mente creativa di uno scrittore o la distopia di un episodio della serie Ai confini della realtà. Del resto: stiamo scherzando? Proibire le sigarette e permettere l’eroina e la cocaina? Neppure, il più cervellotico governatore. Eppure
c’è stato un tempo nel quale in quindici Stati americani era proibito fumare sigarette, sebbene in molti di essi non vigesse alcuna norma restrittiva sul commercio e sul consumo di eroina e cocaina, che venivano vendute nelle farmacie e negli empori. Nello Stato di Washington, per esempio, le sigarette furono bandite dal 1893 al 1911, e la pena per chi fabbricava, deteneva, comprava, vendeva o regalava sigarette era decisamente severa (la legge del 1893 prevede la pena di sei mesi di carcere e di 500 dollari di multa), mentre l’eroina veniva venduta come rimedio per la tosse e per le coliche dei lattanti.
[…] Le leggi contro le sigarette venivano giustificate sia per la loro nocività fisica sia per la loro nocività morale; il fumo di sigaretta veniva descritto come suscettibile di generare dipendenza, una cattiva abitudine particolarmente seducente per i giovani, il modo peggiore di fumare, una male in sé, una pratica folle e così via. La sigaretta era chiamata «il chiodo della bara», o «il piccolo schiavista bianco». […], le proibizioni non riguardavano il tabacco in generale ma soltanto le sigarette (non i sigari, non la pipa, non il tabacco da fiuto o da masticare) (Tincani, P., 2012, Perché l’antiproibizionismo è logico (e morale), Sironi Editore, Milano, pp. 209-210).
Quando parliamo di droga, ci lasciamo talmente condizionare dal nostro senso comune proibizionista da dimenticare che ci sono state epoche e luoghi, nemmeno tanto distanti da noi, in cui la rappresentazione sociale di eroina, cocaina e altre droghe, oggi considerate sostanze diaboliche e mortali, era radicalmente diversa dalla nostra. Non è esagerato dire che oggi viviamo in un’epoca in cui il modo di concepire determinate sostanze è talmente offuscato da pregiudizi e idee inculcate da una propaganda decennale e martellante che non riusciamo a vederle in maniera serena ed equilibrata. È per questo motivo che studiare i modi con cui, nella storia, gli uomini si sono rappresentati le droghe può restituirci uno sguardo più neutro sulla questione e contribuire a una valutazione più posata su che cosa esse siano.