La commedia del drammaturgo francese Eugène Labiche (1815-1888) Il viaggio del signor Perrichon (1860) contiene un insegnamento non banale sul tema della gratitudine su cui non ci viene spesso spontaneo riflettere.
La trama è tipica di molte commedie umoristiche dell’epoca: il ricco commerciante Perrichon decide di trascorrere un periodo di vacanza in Svizzera con la moglie e la figlia Enrichetta. Armando e Daniele ambiscono entrambi alla mano della ragazza e sanno che per raggiungere il loro obiettivo devono far colpo sul padre, uomo estremamente vanitoso. I due rivali le provano tutte per avere la meglio l’uno sull’altro, ma gli episodi decisivi hanno entrambi a che vedere con un salvataggio. Durante un’escursione Armando salva Monsieur Perrichon da una caduta mortale, guadagnandosi la sua gratitudine. Daniele, invece, poco dopo, fa finta di annegare in acqua e si fa trarre in salvo da Perrichon che trae un orgoglio smisurato dal suo gesto eroico. Quale dei due pretendenti riuscirà ad avere la mano della ragazza?
La commedia di Labiche ci insegna che la gratitudine può essere un peso tremendo da sostenere, soprattutto se si è smodatamente orgogliosi. Il bene ricevuto può diventare fastidioso sia perché impone un riconoscimento oneroso, sia perché fa pensare a un episodio in cui si è stati vulnerabili, deboli, bisognosi e che magari si preferirebbe dimenticare. Essere, invece, il salvatore di una vita significa essere perennemente in credito, con il vantaggio di essere acclamato come un eroe; una condizione che, a differenza della precedente, non solo è piacevole ricordare, ma anche raccontare e condividere.
La gratitudine è un sentimento estremamente complesso che può suscitare reazioni diametralmente opposte. In alcune persone, innesca sensazioni positive e piacevoli. Per altre può essere quasi un’offesa. Lo aveva capito Daniele, che, a causa di una disavventura, non riuscirà comunque a ottenere la mano di Enrichetta.
Anche se non ce ne rendiamo conto, il mondo è pieno di Monsieur Perrichon. E forse nemmeno noi siamo tanto contenti di dover serbare gratitudine nei confronti di questo o quello.