Che cosa è apparso ieri sera nel cielo di Roma durante la benedizione urbi et orbi del papa?
Molti credenti non hanno dubbi: mentre il pontefice supplicava la divinità di non lasciarci in balia del covid-19 e di trarci in salvo dalle tenebre di questo terribile male, qualche spettatore televisivo – non ce ne erano altri – ha intravisto una nuvola sullo schermo, battezzandola immediatamente come apparizione soprannaturale – la Madonna? Gesù Cristo? – e legittimando, di conseguenza, la bontà dello sforzo straordinario del capo della Chiesa cattolica (straordinario perché la benedizione urbi et orbi è di solito impartita nei giorni di Natale e Pasqua).
Inutile dire che l’immagine è talmente vaga e “mediata” che, se fosse stata ripresa in una qualsiasi occasione profana, non avrebbe nemmeno destato interesse. Ma – si sa – la tensione, l’ansia per le sorti del paese, le preoccupazioni, le aspettative miracolistiche conferiscono significato all’informe, confezionando quell’illusione che si chiama pareidolia e di cui esistono tanti famosi esempi in ambito religioso.
Speriamo che l’indulgenza plenaria che i credenti hanno tratto dalla benedizione di ieri, ossia la cancellazione delle conseguenze dei loro peccati, non abbia cancellato anche l’uso della ragione.
Ci vuole ben altro per gridare al miracolo. Anche in tempo di Coronavirus.