Pareidolia è un concetto decisamente virale. Un indicatore tra tanti. Digitando il termine su Google si ha accesso a 743.000 pagine (oggi: 21 aprile 2012). Quando ho iniziato a occuparmene – 1 anno e mezzo fa circa – erano meno di 100.000. La crescita di interesse e di immedesimazione nei confronti della dimensione “pareidolia” è in continua crescita. Tempo qualche anno e tutti parleranno di pareidolia come di un “household name”. In realtà, ha già invaso le nostre menti e le nostre agende intellettuali.
Altro indicatore. Pareidolia è un nome che scrittori, registi, musicisti e gente comune scelgono per dare senso a ciò che fanno. Sempre di più, sempre più intensamente. Nel febbraio di quest’anno (2012), uno scrittore, Gioacchino Lonobile, ha intitolato un suo breve racconto Pareidolia. Nel racconto si parla di bambini, macchie sul muro, pretese miracolistiche e conflitti endo-adolescenziali. Un bel racconto. Se volete leggerlo, andate qui. Nel 2008, il regista Mark Pellington ha filmato Henry Poole is here (italiano: Henry Poole – Lassù qualcuni ti ama) con Luke Wilson e Radha Mitchell. La trama è incentrata sull’americano Henry Poole, condannato a poche settimane di vita da una diagnosi spietata, che si trasferisce nel quartiere dove è nato prendendo in affitto una casa. Un giorno, su un muro della sua proprietà, spunta una macchia di umidità nella quale i vicini vedono immancabilmente il volto di Gesù. La macchia fa continui miracoli nonostante lo scetticismo di Henry. Alla fine dovrà ricredersi. Nel film non si parla mai di pareidolia, ma il tema è decisamente pareidolico. Per una scheda del film, cliccate qui. Pareidolia è anche una canzone di Elena Siegman che potete ascoltare qui. In Italia “Pareidolia” è il nome di un’associazione di promozione sociale di Milano che organizza corsi di Yoga, inglese, musica, arteterapia, cartapesta e altro ancora. Sul loro sito, gli organizzatori dell’associazione indicano consapevolmente il motivo per cui hanno scelto proprio questo nome: “Il pensiero soggiacente si fonda sul fatto che sia uno dei più ricorrenti strumenti utilizzati dai bambini per indicare forme ed associazioni presenti nel mondo oggettivo in accordo con uno stato affettivo interno (o soggettivo)”. Qui potete trovare tutte le informazioni sull’associazione.
A quando un cane di nome “pareidolia”; un’auto di nome “pareidolia”; un partito di nome “pareidolia”?
Lo sapremo presto.
Viralmente.
..è un argomento molto interessante..la mia ricerca artistica si basa su questi principi..il mio processo creativo si attua tramite la pareidolia..ció che (intra)vedo lo definisco e pian piano l’opera prende forma…
Appunti interessanti su un argomento del quale ultimamente si trovano sempre più tracce; il libro scritto dall’autore sicuramente chiarisce molte delle dinamiche relative al fenomeno