La pareidolia non è un fenomeno limitato agli esseri umani. Un recente esperimento condotto da Jessica Taubert, Susan G. Wardle, Molly Flessert, David A. Leopold e Leslie G. Ungerleider, i cui risultati sono stati pubblicati quest’anno su Current Biology con il titolo Face Pareidolia in the Rhesus Monkey ha dimostrato che anche nel macaco reso (Macaca mulatta) è possibile riscontrare questa particolare illusione percettiva.
I ricercatori hanno sottoposto alcuni resi a un compito di preferenza visiva mostrando loro alcune fotografie ritraenti oggetti comuni che stimolano negli esseri umani l’illusione del volto, osservando che le scimmie guardavano più a lungo tali immagini rispetto ad altre che non stimolano illusioni pareidoliche negli esseri umani. L’esame dei movimenti oculari degli animali ha rivelato che le scimmie fissano i tratti facciali illusori in maniera simile a come osservano normali fotografie di volti. Secondo i ricercatori, questi risultati smentiscono l’ipotesi che la pareidolia sia una illusione esclusivamente umana, frutto della attitudine di uomini e donne al pensiero astratto o della continua esposizione a cartoni animati, fumetti e illustrazioni che antropomorfizzano gli oggetti inanimati. Al contrario, i risultati indicano che la percezione pareidolica facciale scaturisce da un meccanismo di “face-detection” che gli esseri umani condividono con il mondo animale.
Un risultato molto interessante che rivela che anche gli animali – o almeno i macachi resi – sono soggetti a sofisticate illusioni percettive.