In questo video, il celebre esorcista Padre Amorth discute dei segni della possessione. Uno di questi è il parlare in lingue straniere sconosciute a chi parla (xenoglossia). Padre Amorth cita il caso di una donna che, interrogata in varie lingue (italiano, latino, inglese, croato, arabo) risponde sempre in italiano, ma “a tono”. Questo, per Amorth, sarebbe un segno “significativo” di possessione demoniaca.
Negli anni Sessanta, un informatico inventò Eliza, un programma che simula una conversazione con una psicoterapeuta di scuola rogersiana. Provate una “seduta” con Eliza qui. È stupefacente come un semplice programma, basato su poche risposte standard, riesca a dare l’impressione di rispondere correttamente agli interrogativi esistenziali di ogni paziente. Provate anche in italiano (il programma è in inglese). Avrete sempre l’impressione di una risposta “a tono”.
Che cosa c’entra Eliza con le possedute di padre Amorth? Una conversazione tra persone che parlano lingue diverse e che non si capiscono può apparire coerente e dotata di senso a un terzo, se questi, sostenuto da precise credenze culturali, “riempie” di significato le parole che sente e il rapporto tra esse. Come nel caso di Eliza, in cui chiunque di noi, se si abbandona alla illusione di dialogare con un vero psicoterapeuta, può trarre l’impressione di essere impegnato in una reale conversazione con un essere umano, così, nel caso della posseduta di Amorth, la credenza di partecipare al dialogo con una “vera” indemoniata può dare l’illusione all’esorcista di turno di essere impegnato in una vera esperienza di xenoglossia di matrice diabolica.
Qui, come in altre esperienze della vita quotidiana, è il testimone a “creare” l’evento miracoloso/diabolico conferendo senso a un evento che “attende”, per così dire, di essere “riempito di significato”. In questo modo, si “costruiscono” esorcisti e indemoniati. E forse in tutto questo il diavolo non c’entra proprio niente!