Prefazione di Silvio Ciappi
Verso una criminologia enantiodromica. Appunti per un modo diverso di vedere il crimine
Aracne Editrice, Ariccia (RM), 2015, pp. 260.
Può mai il bene derivare dal male? La criminalità può generare effetti positivi per la società? Attingendo a una tradizione radicata, per quanto spesso marginale, di studi, ricerche, teorie, questo testo intende offrire al lettore importanti spunti intellettuali per un nuovo modo di vedere la devianza e la criminalità. Il termine “enantiodromia”, che designa il capovolgersi delle cose nel loro contrario, è collegato al filosofo greco Eraclito, uno dei filosofi più enigmatici e misteriosi del periodo presocratico. La criminologia enantiodromica contempla la possibilità che da comportamenti criminali o devianti scaturiscano conseguenze positive tanto per gli individui quanto per la società, nel suo complesso o in parte. Ne scaturisce un quadro ironico, complesso, cinico, non lineare della società in cui a comportamenti devianti corrispondono effetti paradossalmente apprezzabili. Capiremo, così, perchè la prostituzione, nonostante le condanne che ha ricevuto, continua a sopravvivere, perchè abbiamo bisogno del gioco d’azzardo, perchè il crimine fa bene alla moralità dei popoli e perchè non ci libereremo mai della corruzione. Una lettura innovativa di fenomeni che da sempre sono intorno a noi.
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