Hanno visto tutti! Nella mente del tifoso
Meltemi Editore, Milano,
pp. 268, 2020
Hanno visto tutti! Nella mente del tifoso si propone di analizzare, con il contributo di discipline come la sociologia, l’antropologia, la storia, la psicologia sociale e la psicologia cognitiva, alcuni dei luoghi comuni più diffusi e meno contestati del calcio – “Il calcio è solo un gioco”, “Era meglio il calcio di una volta”, “Sfogarsi fa bene” – e, in particolare, il luogo comune del tifoso folle, dissezionato alla luce delle scoperte delle scienze psicologiche e sociali che evidenziano che la mente del tifoso è condizionata dagli stessi bias mentali della mente dell’uomo comune, seppure con alcune specificità e particolarità. Il volume affronta anche il tema dei bias che condizionano la mente di giocatori, arbitri e scommettitori.
Il quadro originale che ne scaturisce “defatalizza” (per dirla con Bourdieu) e mette in discussione tutta una serie di assunti dati per scontati sul calcio e il tifo, invitando, nelle conclusioni, a riappropriarsi di una dimensione più reale e meno moralistica e acritica del calcio, considerato come un “fatto sociale totale” e non come un semplice (e un po’ banale) gioco. Alcune delle domande a cui si tenta di dare risposta sono: Il calcio è solo un gioco? Il calcio di un tempo era migliore di quello di oggi? È vero che sfogarsi fa bene? Tifosi di squadre opposte vedono la realtà nello stesso modo? Quali sono i meccanismi che influenzano la percezione del gioco del calcio da parte dei suoi protagonisti? Quali sono le conseguenze sociali dell’assunzione dell’identità di tifoso? Come interpretano la partita i giocatori e gli arbitri? Perché i tifosi sono così propensi a scorgere complotti e ingiustizie dappertutto? Quali sono le credenze erronee degli scommettitori? Sono diverse da quelle delle persone comuni?
Una delle idee portanti del libro è che il recupero di una dimensione più reale del calcio possa servire anche ad assumere un atteggiamento più tollerante e meno isterico nei confronti di alcuni fenomeni legati al calcio e a evitare tentazioni complottistiche o di eccessiva apoteosi nei confronti dei suoi protagonisti.
“La tentazione – così diffusa presso i tifosi – di gridare al complotto, all’“arbitro venduto”, di imputare determinate condotte a perfide cospirazioni, intenzioni malevole, disegni di palazzo, può essere stemperata dalla consapevolezza che gli errori, i passi falsi, le idiosincrasie degli eroi del calcio sono dovuti più all’assetto della nostra mente che a trame ineffabili ordite in luoghi nefandi”
Qui un’intervista sul libro concessa a Letture.org.
Qui una recensione su «Avvenire».
Qui una recensione sul «Il Foglio»
Qui sotto la presentazione virtuale del libro avvenuta il 22 gennaio 2021: