Delitti. Raptus, follia e misteri. Dalla cronaca alla realtà
C1V Edizioni, Roma, 2016, pp. 226
Dopo 101 falsi miti sulla criminalità, è l’ora di Delitti, uno spin-off che approfondisce alcuni dei temi già trattati nel mio libro precedente con l’aggiunta di nuovi. Riparlo di ipnorapinatori, di optografia, di rapine a base di narcosi, di criminal profiling e altro ancora. Ma introduco anche argomenti nuovi come le fallacie della mente criminologica e la Sindrome di Stoccolma. Se credete che nessuna epoca sia tanto violenta quanto la nostra, che la criminalità attanagli le nostre città come non mai e che siamo invasi da immigrati, rifugiati e altri invasori, questo libro fa per voi. Purché manteniate una mente aperta e siate disposti a rivedere le vostre posizioni. State attenti ai miti. Anche quelli che riguardano la criminalità!
Dall’introduzione
La violenza dilaga. Gli omicidi imperversano. Come non mai. Furti e rapine minacciano il nostro benessere e quello di tutti i cittadini. Nessuno si sente più sicuro nella propria abitazione, né mentre passeggia nel proprio quartiere dopo il tramonto. Stupratori e pedofili si annidano a ogni angolo di strada. Per non parlare degli invadenti immigrati clandestini, dei minacciosi “zingari”, dei terroristi senza scrupoli e dei furbi truffatori di vecchiette. Il mondo sta andando a rotoli, niente più è come prima. Un futuro gramo ci attende. E sarà ancora più gramo per i nostri figli. E per i figli dei nostri figli. Sempre peggio. E poi ci sono i problemi dell’ecologia, quelli dell’economia, dei trasporti pubblici, della politica e della sanità. E la droga? Quella c’è sempre. Le forze dell’ordine sono inerti, sprovvedute, indifferenti. E intanto la violenza continua a dilagare e gli omicidi a imperversare. Come non mai.
Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? Dai nostri vicini, dall’amico che incontriamo il sabato sera e da quello con cui scambiamo quattro chiacchiere sull’autobus. Dalla dirimpettaia che proprio ieri è stata rapinata e dal conoscente che proprio non ce la fa più. Dal prete che biascica qualcosa sulla immoralità dei tempi. E poi ci sono le vittime: sono in televisione, esprimono il proprio punto di vista nei giornali, sono intervistate in radio. E i politici che invitano gli elettori a votarli affinché simili cose non accadano mai più. A patto, però – ripetono – che siano loro ad essere votati, perché gli altri candidati… Ce lo dicono i sondaggi di opinione, gli aneddoti dei colleghi di ufficio e il criminologo televisivo, sempre di bell’aspetto e dall’aria sicura di sé, anche se forse un po’ tetro, che ascoltiamo compiaciuti al nostro talk-show preferito durante la discussione sull’ennesimo delitto efferato e inquietante.
Insomma, facciamocene una ragione. Il mondo va a rotoli.
O no?