Non sempre si rapiscono i bambini per gli stessi motivi

Una criminologia storica dovrebbe partire dal presupposto che, a parità di atto deviante, i significati  a questo attribuiti possono variare nel tempo e nello spazio. Prendiamo il rapimento di bambini. Oggi si pensa che chi rapisce i bambini lo faccia perché motivato innanzitutto dal sesso: la figura del pedofilo e le sue pulsioni tendono a sovrastare qualunque altra interpretazione. Non sempre è stato così. La storia ci dice che questo comportamento criminale è strettamente connesso al modo di rappresentare l’infanzia e al “valore”, dunque, del bambino in società.

La storica Elizabeth Foyster, in un articolo intitolato “The “New World of Children” Reconsidered: Child Abduction in Late Eighteenth- and Early Nineteenth-Century England”, mostra come nell’Inghilterra del diciassettesimo secolo, il rapimento di bambini era, per lo più, visto come una sorte amara riservata a poveri sventurati costretti alla servitù. Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX, il quadro cambia radicalmente. A fronte di una maggiore valorizzazione del bambino negli ambienti borghesi dell’epoca, il loro “prezzo” come vittime di rapimento cresce: la maggior parte dei rapiti ha meno di sei anni, mentre l’autore del reato è per lo più una donna tra i 20 e i 30 anni. I piccoli sono portati via per i loro abiti, per essere impiegati in attività di accattonaggio o per trovare lavoro. In altri casi, sono rapiti per accrescere la famiglia o procurarsi un bambino da mostrare come proprio. A differenza di oggi, la motivazione del rapimento era ritenuta raramente di natura sessuale. Al più, si pensava che il rapitore potesse essere spinto al reato da una infanzia infelice, da cui derivava un eccessivo “affetto” per i bambini.

Oggi, come detto, le cose sono molto diverse. Si suppone che i bambini siano rapiti per motivi sessuali o, al più, per chiedere un riscatto. Ciò riflette una concezione completamente diversa dell’infanzia, che ci insegna che i crimini non avvengono mai in assenza di un contesto psico-sociale in cui acquistano significato.

Risorsa:

Elizabeth Foyster, 2013, “The “New World of Children” Reconsidered: Child Abduction in Late Eighteenth- and Early Nineteenth-Century England”, Journal of British Studies, vol. 52, n. 3, pp. 669-692.

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