Ho definito la “criminologia enantiodromica” una criminologia che contempla la possibilità che da comportamenti criminali o devianti scaturiscano conseguenze positive tanto per gli individui quanto per la società, nel suo complesso o in parte: si tratta di una criminologia “perversa”, paradossale, che sfida il senso comune, ma anche il senso criminologico più riconosciuto. Ho trovato tracce di pensiero enantiodromico in autori come Aristotele, Machiavelli, Donne, Mandeville e Marx. Un altro autore frequentemente paradossale ed enantiodromico è Michel de Montaigne (1533-1592), nei cui Saggi (Michel de Montaigne, 1986, Saggi, vol. 1, Mondadori, Milano, p. 126) è possibile leggere testi come il seguente:
Il vantaggio dell’uno è danno dell’altro.
Demade Ateniese condannò uno della sua città, che faceva il mestiere di vendere gli strumenti per le sepolture, sotto l’imputazione che quello chiedeva un prezzo troppo alto, e che questo profitto non gli poteva venire senza la morte di molta gente. Questo giudizio sembra infondato, in quanto non si trae alcun profitto che con danno di altri, e allora bisognerebbe condannare ogni sorta di guadagno.
Il mercante non fa bene i suoi affari che sulla intemperanza della gioventù; l’agricoltore sul prezzo caro del frumento; l’architetto perché le case vanno in rovina; gli ufficiali di giustizia sulle cause e liti della gente; la dignità stessa e la vita dei ministri della religione derivano dalla nostra morte e dai nostri vizi. Nessun medico sente piacere della salute dei suoi amici, dice l’antico Comico greco, né il soldato gode della pace della sua città: e cosi per il resto. E, ciò che è peggio, se ognuno si frugasse dentro, troverebbe che i nostri desideri interiori per la maggior parte nascono e si alimentano a spese altrui.
Considerando ciò, m’è venuto in mente, come natura in questo non si allontani affatto dal suo generale modo di governare, infatti i fisici credono che la nascita, il nutrimento e l’accrescimento di ogni cosa, è l’alterazione e la corruzione di un’altra:
Nam quodcumque suis mutatum finibus exit,
Continuo hoc mors est illius, quod fuit ante.
Certamente, è terribile pensare che “i nostri desideri interiori per la maggior parte nascono e si alimentano a spese altrui”, che la nostra vita è un crudele gioco a somma zero, ma è indubbio che ciò, a volte, accada.