È a tutti noto (o dovrebbe esserlo) che la canonizzazione richiede l’attribuzione di due miracoli al candidato santo dopo la sua morte. Il requisito è stato rispettato anche per Giovanni Paolo II, che la folla ha proclamato “santo subito” già in occasione dei funerali, avvenuti nel 2005. Chi sono stati i due miracolati, anzi le due miracolate, di Papa Wojtyla? La prima è stata suor Marie Simon-Pierre Normand (nel 2005), la seconda una donna costaricana di nome Floribeth Mora Diaz (nel 2011).
Di solito, i media si limitano ad annunciare gli avvenuti miracoli, riferendo su pochi dettagli, più attenti a celebrare l’aspetto soprannaturale delle vicende che a indagare criticamente le circostanze e le modalità dei presunti miracoli. Chi ascolta ha dunque l’impressione che anche i media avallino i miracoli e che la canonizzazione sia un processo sicuro, “scientifico” sul quale non c’è nulla da dire.
Non la pensa così, però, Joe Nickell, “investigatore” del CSI (Committee for Skeptical Inquiry), istituzione americana che si occupa di indagare razionalmente affermazioni e fenomeni definiti paranormali o soprannaturali. In un articolo che consiglio a tutti di leggere, Nickell produce una serie di informazioni interessanti sulle due donne che hanno permesso la canonizzazione di Papa Wojtyla.
Nel primo caso, quello di Marie Simon-Pierre Normand, Nickell osserva come la donna fosse affetta dallo stesso morbo di Parkinson da cui era affetto il Papa, contratto “casualmente” nel 2011, allo “stesso” lato sinistro del Papa, nello “stesso” anno in cui cominciarono a circolare voci sulla malattia del Papa. Il 2 aprile 2005, giorno della morte del Papa, le condizioni della donna peggiorano improvvisamente, per poi ritornare alla salute improvvisamente il 23 giugno dello stesso anno, festa del Sacro Cuore di Gesù. Queste straordinarie coincidenze fanno – a ragione – sospettare a Nickell un disturbo di conversione (quella che un tempo era chiamata “isteria”). Tuttavia la cosa più straordinaria – e sottaciuta – è che, tre anni dopo il miracolo, i disturbi della suora sono tornati, anche se per la Chiesa cattolica il fenomeno rimane valido.
Dubbi sono avanzati da Nickell anche sulla seconda donna. A Floribeth Mora Diaz nel 2011 fu diagnosticato un “aneurisma fusiforme cerebrale” “miracolosamente” scomparso dopo che la donna ebbe contemplata l’immagine di Papa Wojtyla in un giornale. In realtà, fa notare Nickell, c’è più di un dubbio sulla diagnosi iniziale, sulla percezione che la donna ebbe del suo disturbo e sulla miracolosità della guarigione.
Nickell, infine, avverte a non cadere vittime del cosiddetto argumentum ad ignorantiam, la fallacia logica consistente nel trarre una conclusione da una mancanza di conoscenza. Questa fallacia è particolarmente evidente nel caso dei presunti miracoli di guarigione: la logica sottostante, infatti, è spesso di questo tipo: “X è guarito; non conosciamo la causa della guarigione; dunque, si è verificato un miracolo”. Il fatto che non conosciamo la ragione della guarigione non ci autorizza a parlare acriticamente di miracolo. Ma tant’è, questa fallacia è diffusissima, anche grazie, senza dubbio, alla colonizzazione della nostra mente operata dalla Chiesa in 2000 anni di storia.
Dopo 3 anni la malattia era ritornata a Marie Simone-Pierre?
Ho cercato su internet questo fatto ma non ho trovato niente, non c’è scritto niente che dopo 3 anni il Parkinson era ritornato alla suora.
Credo che se lo sia inventato.
Le notizie su Marie Simone-Pierre sono ricavate dal testo di Nickell che cito. La rimando a questo per ulteriori dettagli
A dire il vero Giovanni Paolo II contrasse il Parkinson nel 1991; nonostante i tentativi del Vaticano di tenere nascosta la patologia, del Parkinson del papa si iniziò insistentemente a parlarne già nell’autunno 1996 e nel 1999 la malattia del Papa era una cosa più che conosciuta. Basta fare delle ricerche su Internet per testimoniarlo: posto ad esempio questa pagina del 1999 http://www.catholicireland.net/john-paul-the-great/ che considera certa e risaputa la malattia del Papa. Ma è solo una pagina tra le migliaia disponibili sul web. Su questo punto – facilmente verificabile da tutti – Nickell dice palesemente il falso. Sulle questioni mediche, essendo laureato in economia, come il prestigiatore Nickell non ho alcuna competenza per intervenire (a meno di non accontentarsi di qualche rabberciata informazione racattata su Wikipedia & co), ma qui http://www.zenit.org/it/articles/nessun-dubbio-sul-miracolo-della-beatificazione-di-giovanni-paolo-ii leggo delle risposte circostanziate di un neurologo che ha letto tutte le carte e seguito la causa e che quindi non parla per sentito dire. Poi vabbè, ciascuno è libero di fidarsi maggiormente di un illusionista che riporta falsificando i dati e le date per accomodarli alla sua tesi il chiacchiericcio su argomenti che non conosce e che non ha studiato in prima persona.
Salve e grazie per il suo contributo. Sì, anch’io ho talvolta l’impressione che Nickell utilizzi i dati un po’ disinvoltamente (non solo in questo articolo ma anche nei suoi libri). Penso, però, che le sue considerazioni sull’argumentum ad ignorantiam siano assolutamente valide. Perché un’ignoranza deve legittimare una beatificazione?