L’Italia dall’inizio del 2022 ha fatto entrare sul proprio territorio quasi 90.000 migranti. Di questi, secondo gli accordi internazionali, dovrebbero essere ricollocate circa 8.000 persone. Finora ne sono state ricollocate 117, di cui solo 38 in Francia.
Queste le parole pronunciate dal premier italiano Giorgia Meloni nel corso di una conferenza stampa in cui il primo ministro italiano ha commentato le reazioni francesi, a suo dire “spropositate”, sui recenti sviluppi della questione migranti.
In effetti, a giudicare dai numeri citati, sembrerebbe che l’Italia accolga, sfami e ospiti un numero di migranti nettamente superiore a quello di qualsiasi altra nazione europea. Ma le cose stanno davvero così?
L’edizione odierna di «Repubblica» fa chiarezza sull’argomento.
Se è vero che oltre 90.000 migranti sono approdati sulle coste italiane, solo il 12% sono arrivati su navi ONG, che invece, nella retorica comune, sembrano aver sostituito gli scafisti come mezzo di trasporto preferito dei disperati.
Se poi diamo un’occhiata a quanti degli approdati decidono di restare in Italia, al numero delle richieste di asilo e al numero di stranieri residenti in rapporto alla popolazione complessiva, l’Italia figura decisamente dietro altri paesi europei.
Ad esempio, Germania, Francia e Spagna accolgono più migranti dell’Italia, circostanza che rende non credibile il mito, che circola da anni, dell’invasione del nostro paese da parte dei migranti.
Per quanto riguarda le richieste d’asilo, sia la Germania (190.545) sia la Francia (120.685) sia la Spagna (65.295) hanno avuto più richieste dell’Italia (53.610), stando a dati Eurostat, aggiornati ai primi cinque mesi del 2021.
Infine, l’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione complessiva è superiore a quella italiana (8,7%) in Austria (17%), Germania (12,7%), Spagna (11,3%), Irlanda (13%), Belgio (12,6%) e Danimarca (9,2%). Dei 5,2 milioni di stranieri residenti in Italia, poi, quasi la metà sono europei e solo il 22% africani, a dispetto della percezione, alimentata da fonti improvvide, che siano tutti arrivati su barconi guidati da scafisti.
Insomma, i dati sulle migrazioni devono essere letti con giudizio e non sbandierati qua e là in base alle convenienze politiche di turno. La vicenda Italia-Francia insegna che, in base al numero o alla percentuale prescelti, si può sostenere, quasi impunemente, una percezione o quella opposta.
Ai media e ai cittadini l’onere di comprendere come questi dati debbano essere interpretati, senza lasciarsi ingannare dalle posizioni di partenza dei vari schieramenti politici.