Gli scontri verificatisi ieri 8 gennaio 2023 tra tifosi della Roma e tifosi del Napoli nell’area di servizio di Badia al Pino vicino ad Arezzo sembrano smentire il luogo comune secondo cui il calcio e il tifo si sarebbero digitalizzati, virtualizzati, avrebbero subito metamorfosi futuristiche del tipo 2.0 (3.0, 4.0 a scelta del lettore).
Essi sembrano, invece, confermare un preciso e ricorrente motivo tribale che da sempre è associato al mondo dei tifosi e che si regge persistentemente su un canone conosciuto:
1) innanzitutto, una logica binaria amico-nemico di tipo evangelico (nel senso del noto verso di Matteo 12, 30: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde”). Da questo punto di vista, il calcio è una delle poche dimensioni della vita sociale in cui non esistono tonalità di grigio: tutto è bianco o nero;
2) scontro fisico come tema ineluttabile: la logica amico-nemico ispira modalità di contrapposizione che si esprimono in forme aggressive, di solito verbali, ma talvolta anche fisiche, come è accaduto ieri. Non sono possibili altre forme di comunicazione;
3) sociografia o biografia di gruppo: nel corso dei loro rapporti con gruppi rivali, le tifoserie accumulano storie, episodi, trionfi e torti che confluiscono in un preciso copione di vita, che determina ogni mossa futura. Ad esempio, i torti non si dimenticano (i tifosi sono come gli elefanti: non dimenticano mai). Così, la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito nel giugno 2014 ad opera di un tifoso della Roma, poi condannato, emerge carsicamente come motivo vendicatore nei rapporti tra tifoserie del Napoli e della Roma e probabilmente non cadrà mai nell’oblio, concorrendo, anzi, a consolidare il copione di vita oppositivo tra romanisti e napoletani.
Insomma, a dispetto dei luoghi comuni più buonisti, la logica tribale appare incarnare l’essenza stessa dell’essere tifosi e, in questo senso, non credo si giungerà mai a una trasformazione antropologica del tifo calcistico, soprattutto di matrice ultrà. Questo potrà essere contrastato con la forza, sottomesso, scotomizzato, ma la sua essenza rimarrà sempre la medesima. A meno di rendere illegale lo stesso tifo calcistico.