Ci sono alcune parole inglesi, ormai entrate in pianta stabile nel nostro lessico sportivo, la cui pronuncia sbagliamo sistematicamente. Il perché è presto detto. Nonostante anni e anni di insegnamento scolastico, i nostri errori fonetici scaturiscono dal fatto che questi termini sono pronunciati SEMPRE in maniera errata da giornalisti, commentatori, opinionisti ed esperti televisivi.
Detto altrimenti, a furia di sentirli pronunciare in maniera sbagliata da personaggi autorevoli e simpatici, la cui presenza nelle nostre vite è praticamente quotidiana, tendiamo a pensare che la pronuncia corretta di questi termini debba essere quella che sentiamo ogni giorno in televisione, salvo poi ricrederci amaramente quando andiamo all’estero o parliamo con un madre lingua.
Pensiamo a Wimbledon. La pronuncia corretta è “wimbəldən”, ma noi italiani tendiamo a “leggerla come si scrive”.
Oppure, pensiamo a tie-break o a break-point. In entrambi i casi, break andrebbe pronunciato “breik”, ma noi italiani preferiamo “brek”, come ci “insegnano” ore e ore di cronache televisive. Nel primo caso, poi, curiosamente, pronunciamo correttamente la prima parte della parola (“tai”) e male la seconda. Misteri del mondo degli errori!
Un’ultima considerazione sul termine assist, non propriamente tennistico, ma molto diffuso nel calcio. Da noi è inevitabile e irresistibile collocare l’accento sulla prima vocale, mentre andrebbe collocato sulla seconda: “ə’sist”. Ma provate a pronunciarlo correttamente davanti ad altri italiani! La prima reazione sarà di perplessità, seguita da un atteggiamento di blanda riprovazione o di ridicolo.
Una volta che un errore di pronuncia diventa abituale e consacrato dal tempo, è difficile considerarlo tale e chi cerca di correggerlo appare pretenzioso e fatuo. Il problema però è che quando viaggiamo all’estero, le bruttissime figure non si contano, alimentando l’idea che l’inglese, gli italiani, proprio non lo conoscono