Nel mio libro Bizzarre illusioni. Lo strano mondo della pareidolia e i suoi segreti, facevo notare come l’immaginazione umana si sia spesso servita della pareidolia, la facoltà di trovare immagini dotate di senso in figure amorfe, a fini artistici. Ricordiamo, ad esempio, che, secondo Leone Battista Alberti (De statua), l’origine della scultura sta nel fatto che gli scultori «a volte osservavano nei tronchi d’albero, in pezzi di terra, o altri oggetti simili certi lineamenti che, tramite lievi modifiche, potevano essere resi somiglianti a forme naturali. Essi dunque, dopo averci riflettuto, provarono, aggiungendo o togliendo qualcosa qua e là, a rendere la somiglianza completa».
Sulla stessa lunghezza d’onda Leonardo Da Vinci, il quale raccomandava agli artisti, e in particolare ai pittori, un vero e proprio test proiettivo per sviluppare le proprie capacità:
Se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o pietre di vari misti, se avrai a inventionare qualche sito, potrai lì vedere similitudine di diversi paesi, ornate di montagnie, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi; ancora vi potrai vedere diverse battaglie e atti pronti di figure, strani arie di volti e abiti e infinite cose, le quali potrai ridurre in integra e bona forma. E interviene in simili muri e misti, come del suono di campane che ne’ loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabolo che imaginerai.
Al giorno d’oggi, la pareidolia è spesso utilizzata da scrittori, musicisti, artisti per conferire nuovi significati alle proprie opere, tanto da divenire fonte originale di ispirazione. Un caso del genere è rappresentato da Simona Cozzupoli, artista milanese, che impronta la propria arte alla ricerca di connessioni visive, simboliche, di senso tra le immagini e gli oggetti che la circondano, come confessa in questa intervista, e che ha realizzato la sua “Nuvola a forma di Africa” in base a una dichiarata ispirazione pareidolica. Simona è nota per le sue “bacheche” e i suoi “micromondi onirici”. La sua arte è visibile presso questo sito personale, ma anche in negozi e Wunderkammer vari.
L’opera di Simona è la testimonianza che la pareidolia, lungi dall’essere una bizzarra disavventura della mente umana può ispirare forme artistiche nuove dal retrogusto sognante e surreale.