Chi crede nella stregoneria? Quali sono le sue caratteristiche? A quali variabili psicologiche, sociali, economiche, demografiche, geografiche è associata la credenza nel malocchio, nelle fatture, negli incantesimi?
A queste domande tenta di rispondere Witchcraft beliefs around the world: An exploratory analysis di Boris Gershman, uno studio che prende in considerazione un dataset globale composto da dati provenienti da ben sei ricerche condotte dal Pew Research Center tra il 2008 e il 2017 in 95 nazioni di tutto il mondo per un totale di 140.000 intervistati. La metodologia adottata è quella dell’intervista faccia a faccia, tranne che nei paesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti, dove si è fatto ricorso a interviste telefoniche.
La ricerca non è esente da critiche. Paesi come Cina, India e Canada non sono rappresentati. Inoltre, appare problematico inserire nello stesso calderone statistico risposte provenienti da ambienti estremamente diversi riguardo a cultura, società e benessere materiale, per quanto standardizzate siano le domande. Le interviste faccia a faccia possono, infine, elicitare risposte diverse da quelle condotte telefonicamente. Insomma, limiti metodologici e di rappresentatività esistono e come. Alcune conclusioni appaiono comunque stimolanti.
Ad esempio, a livello individuale, la credenza nella stregoneria appare negativamente associata all’età, al livello di istruzione e al benessere materiale, mentre appare positivamente associata alla fede in Dio e alla religiosità. Ciò vuol dire che più si è istruiti e ricchi e meno si crede alle streghe; più si è religiosi, più si è inclini a ritenere vera la stregoneria.
I risultati più interessanti sono però di tipo sociologico. Le credenze nella stregoneria sono più diffuse nei paesi dove le istituzioni sono deboli e la capacità di governo è scarsa. Inoltre, i “credenti” esprimono un maggiore conformismo culturale, un maggiore pregiudizio favorevole al gruppo di appartenenza e sfavorevole ai gruppi diversi dal proprio (immigrati, diversi ecc.) rispetto a chi non crede. Ancora, evidenziano una erosione del capitale sociale, che si manifesta in bassi livelli di fiducia nei confronti della polizia, del sistema giudiziario e del governo e in vari atteggiamenti e comportamenti antisociali. Chi crede nella stregoneria è meno soddisfatto della sua vita, crede di non avere controllo su di essa e tende al fatalismo.
Un dato, a mio avviso, particolarmente affascinante è la correlazione esistente tra credenza nella stregoneria e controllo sociale: chi crede in incantatrici e negromanti è più conformista di chi non vi crede in quanto teme di essere punito con accuse di stregoneria o con fatture e incantesimi se infrange le regole sociali. Del resto, ancora oggi, nel mondo occidentale, la paura di “finire all’inferno” può agire, in qualche caso, come deterrente di azioni trasgressive. Religione e stregoneria possono, dunque, essere adoperati come strumenti di coesione sociale.
La stregoneria può anche fornire un senso alla propria vita e “spiegare” perché accadono certe cose e non altre. Il “credente” insoddisfatto della propria esistenza può sempre giustificare tale insoddisfazione affermando che potenze malefiche e incontrollabili cospirano contro di lui. In questo modo, può attribuire ad altri frustrazioni e fallimenti e rassicurarsi sulla propria fondamentale bontà e capacità. Se “loro” ce l’hanno con te, non puoi farci nulla…
Come è evidente, le credenze irrazionali prosperano ancora nel nostro mondo iperrazionale e ipertecnologico. Anzi, proprio l’ipertecnologia tracima nella magia: il fatto di vedere qualcosa accadere semplicemente schiacciando un tasto non è come evocare un intervento soprannaturale agitando una bacchetta? La verità è che viviamo in un mondo magico e superstizioso per eccesso di razionalità. Il nostro ambiente è talmente dominato da algoritmi e virtualità che non ci rendiamo conto di quanto essi abbiano ormai imbevuto di stregoneria le nostre esistenze. Oggi, la magia è cosa concreta e c’illude di poter fare qualsiasi cosa semplicemente strisciando una superficie. È ingenuo credere che magia e superstizione siano destinati a lasciarci: essi sono già tutt’uno con la razionalità e la tecnologia.
Di questi argomenti, parlo nel mio Aloni, stregoni e superstizioni.
Fonte: Gershman B (2022) Witchcraft beliefs around the world: An exploratory analysis. PLoS ONE 17(11).