Quanti capitoli contiene Genesi, il primo è più noto libro dell’Antico Testamento? Sono sicuro che pochi conoscono la risposta diretta a questa domanda. I più avranno bisogno di consultare la Bibbia o, più realisticamente, dati i tempi, Wikipedia. Da cui trarranno facilmente la risposta: 50. Tuttavia, da qualche parte, esiste un cinquantunesimo capitolo che continua la storia di Abramo in modo sorprendente, impartendo insegnamenti profondi e attualissimi di cui abbiamo ancora bisogno.
No, non si tratta di un testo apocrifo, di un capitolo segreto destinato ad alimentare un nuovo Codice da Vinci, di versetti che la Chiesa non vuole che noi leggiamo. Niente del genere. Si tratta semplicemente di una burla. Una burla imbastita da quel mattacchione di Benjamin Franklin nel XVIII secolo che funziona invariabilmente ancora oggi. Anzi, soprattutto oggi, considerando che, ai tempi dello statista americano, la Bibbia era conosciuta dalle masse più di oggi.
Provatela anche voi. Sono sicuro che nemmeno il vostro prete saprà dirvi senza esitazione che si tratta di un capitolo inventato. E quando rivelerete lo scherzo, qualcuno immancabilmente dirà: «Non c’è più religione».
Genesi 51
- E, dopo queste cose, accadde che Abramo sedeva all’ingresso della sua tenda, quando il sole stava per tramontare.
- Ed ecco, un uomo, piegato in due dall’età, venne dal deserto reggendosi su un bastone.
- E Abramo si alzò per andargli incontro, e gli disse: “Entra, di grazia, e lavati i piedi, e fermati per la notte. Domani mattina ti sveglierai presto e proseguirai il tuo cammino”.
- Ma l’uomo disse: “No, mi sistemerò sotto quest’albero”.
- Ma Abramo insistette molto; quindi l’uomo si voltò, ed entrambi entrarono nella tenda, e Abramo preparò del pane azzimo, ed essi ne mangiarono.
- E quando Abramo vide che l’uomo non onorava Dio, gli disse: “Per quale motivo non rendi onore a Dio altissimo, creatore del cielo e della terra?”.
- E l’uomo rispose con queste parole: “Non venero il Dio di cui parli, né lo invoco, perché ho creato per me un Dio che dimora sempre nella mia casa e mi fornisce di tutto”.
- E Abramo si adirò contro l’uomo, e si alzò in piedi e, colpendolo, lo ricondusse nel deserto.
- E a mezzanotte Dio chiamò Abramo e gli disse: “Abramo, dove è lo straniero?”.
- E Abramo rispose e disse: “Signore, lo straniero non ha voluto venerarti né invocarti perciò l’ho scacciato e l’ho ricondotto nel deserto”.
- E Dio disse: “Non ho forse avuto pazienza con lui per centonovant’otto anni? E non lo ho forse sfamato e provvisto di abiti nonostante si fosse ribellato a me? E non potevi, tu che sei un peccatore, aver pazienza con lui per una sola notte?”.
- E Abramo disse: “Che l’ira del mio Signore non si abbatta sul suo servo. Sì, ho peccato, perdonami, ti prego”.
- E Abramo si levò e andò nel deserto e cercò l’uomo dappertutto, e lo trovò e ritornò con lui alla tenda, e, dopo averlo supplicato con benevolenza, prese da lui commiato il giorno seguente avendolo caricato di doni.
- E Dio parlò di nuovo ad Abramo e gli disse: “Per questo peccato la tua discendenza sarà afflitta per quattrocento anni in terra straniera”.
- “Ma per il tuo pentimento, li libererò, ed essi prevarranno per potere, beatitudine e ricchezze”.
Nel 1759, trovandosi in Inghilterra in qualità di agente della colonia della Pennsylvania, Benjamin Franklin diede alle stampe, privatamente, questo “Capitolo” come fu da lui sempre chiamato. Occupando appena lo spazio di un foglio di carta, lo tenne conservato nella sua Bibbia alla fine della Genesi, e si divertiva a leggerlo ad alta voce ai suoi amici, a sentirli stupiti perché non ricordavano di averlo mai letto, e a udire il loro franco elogio per il significato morale contenuto nel testo.
Chi di noi inventerà il prossimo capitolo? Una sfida affascinante che aspetta di essere raccolta da qualche contemporaneo con il gusto della burla dissacrante. Ricordate, però. Se volete che la vostra burla funzioni, la cosa importante è lo stile. Quindi, leggete tanti capitoli di Genesi e fate il vostro lavoro come lo fece Ben Franklin. Il risultato sarà esilarante.