Tra i termini più usati in ambito amministrativo, quello di “istanza”, inteso come “richiesta rivolta a un’autorità pubblica perché compia un atto che le compete” è uno dei più rivelatori da un punto di vista etimologico, tanto che è interessante proporre alcune riflessioni al riguardo.
Come è noto, almeno a chi lavora all’interno di una pubblica amministrazione, un’istanza può essere di parte, se è avanzata da un normale cittadino; d’ufficio, se avviata su iniziativa della pubblica amministrazione stessa. Qui mi soffermerò sul primo caso, ossia sulla richiesta avanzata da un cittadino a una amministrazione. Ebbene, come sappiamo, i rapporti tra cittadini e Comuni, Regioni ecc. non sono sempre lineari. Nonostante l’esistenza di una legge – la L. 241/1990 – che stabilisce, fra l’altro, i tempi entro cui le amministrazioni devono rispondere alle richieste dei cittadini, tali tempi non sempre sono rispettati e il cittadino deve spesso insistere, dotandosi di santa pazienza e a rischio di risultare petulante e insolente, per vedere i propri diritti riconosciuti.
Ciò che è curioso è che la necessità di una insistenza collegata all’avvio di una istanza sembra essere riconosciuta dalla stessa etimologia della parola. Essa deriva, infatti, dal latino instantia “imminenza, assiduità, insistenza”, da instare “stare addosso, incalzare”, derivato di stare con prefisso in-. Già in origine, dunque, nel termine istanza è presente una connotazione di insistenza incalzante che tutti noi sperimentiamo quotidianamente nei nostri rapporti con le pubbliche amministrazioni.
Tutti noi, infatti, sappiamo che, quando chiediamo qualcosa a un ente amministrativo pubblico, dobbiamo “stare addosso” al funzionario o al dirigente di turno per vedere la nostra richiesta soddisfatta. In assenza, potremmo attendere per giorni e giorni senza esito.
Si tratta di uno dei (non so quanto frequenti) casi in cui l’etimologia di un termine rivela una connotazione vischiosa ancora associata al termine stesso nell’attualità quotidiana. Un esempio estremamente interessante della surrealtà che circonda l’agire burocratico.
Come concludono efficacemente gli autori del portale Una parola al giorno, chiarendo l’etimologia del termine “istanza”:
«Insistenza ostinata, veemente. Non tanto lusinghiera, come espressione che indichi in modo neutro la domanda all’autorità. Ma dopotutto anche la querela è per etimologia la lagnanza: il potere è sempre scocciato di dover ascoltare».