Perché politici come Bossi, Salvini e Grillo hanno successo? Una risposta potrebbe essere: perché imprecano. Lo proverebbe una ricerca condotta da Cory R. Scherer e Brad J. Sagarin della Northern Illinois University, intitolata “Indecent influence: The positive effects of obscenity on persuasion”. I due ricercatori hanno mostrato a 88 studenti di psicologia un discorso videoregistrato di cinque minuti relativo alla necessità di abbassare la retta universitaria in un istituto diverso da quello frequentato dai soggetti, argomento di non alta rilevanza per gli studenti. In uno dei video, i ricercatori hanno inserito una parolaccia (damn) o all’inizio (“… abbassare la retta non è solo una grande idea, ma, damn it, anche la più sensata per tutti i soggetti implicati”) o alla fine (“Damn it, penso che abbassare la retta sia una grande idea”) del discorso. Un gruppo di controllo ha visto lo stesso video senza alcuna parolaccia. I risultati hanno rivelato che il discorso con parolacce è risultato più persuasivo di quello senza parolacce ed è stato percepito come più intenso del secondo. Le imprecazioni, inoltre, – altro risultato interessante – non hanno influito sulla credibilità dell’oratore. Questa scoperta mostra che imprecare per dare rilievo a una affermazione può incrementare la persuasività di un argomento. È per questo, forse, che i politici che imprecano sono percepiti come più persuasivi. Naturalmente, i risultati dell’esperimento, come avvertono gli stessi ricercatori, non possono essere generalizzati. Inoltre, un uso eccessivo di parolacce potrebbe avere effetti controproducenti. È probabile però che imprecazioni e oscenità contribuiscano a far percepire il politico come più autentico e vicino al popolo, mentre il linguaggio politico tradizionale viene avvertito come artificioso o ingannevole. Sarà necessario condurre ulteriori ricerche sull’argomento. Nel frattempo, guardiamoci dalla facile persuasività del turpiloquio.
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