Curiosa davvero l’istituzione del whipping boy. E tanto lontana da noi. Presso le monarchie dei Tudor e degli Stuart in Inghilterra – stiamo parlando del 15esimo e del 16esimo secolo – il principe era spesso accompagnato da un ragazzo della sua età, la cui funzione era di essere punito quando il futuro re commetteva qualche marachella. All’epoca, si credeva infatti che i re fossero tali per diritto divino e, quindi, era inconcepibile che un principe potesse rispondere ad altri che a Dio per le sue cattive azioni. Così al suo posto era punito il whipping boy – in inglese, to whip vuol dire “frustare” – che, essendo un comune mortale, poteva tranquillamente ricevere su di sé tutte le scudisciate che gli educatori della corte reale ritenevano che il re meritasse. L’assunto di fondo è che il principe avrebbe sofferto vedendo qualcun altro prenderle al suo posto. Di alcuni whipping boys si conosce anche il nome. Ad esempio, il whipping boy di Carlo I (1600-1649) si chiamava William Murray e fu nominato primo conte di Dysart. Ciò lascia intravedere un aspetto importante. I whipping boys non erano poveri disgraziati destinati a una vita di percosse immeritate, bensì persone di alto rango che finivano con l’occupare posizioni importanti nella società. In cambio di qualche frustatina ogni tanto, si intende. Oggi che perfino nei paesi dove la monarchia continua a esistere si è persa l’idea che il re sia tale per diritto divino, l’istituzione del whipping boy non avrebbe più alcun senso. Mi viene però da chiedermi: che cosa sarebbe accaduto se i vari whipping boys avessero avuto la sfortuna di convivere con principi piuttosto inclini al sadismo? Certamente, la vita non sarebbe stata tutta rose e fiori per loro. Attualmente il termine whipping boy è usato in inglese come sinonimo di “capro espiatorio”, che invece ci viene dalla Bibbia. Un altro sinonimo è fall guy. Come vedete, ci sono diversi nomi per chi è destinato a prendersi le colpe degli altri. Forse perché, da sempre, le società hanno bisogno di persone o animali innocenti su cui riversare il proprio odio. Che sia un capro inviato nel deserto a morire, come vuole la Bibbia (Levitico 16), o un arbitro chiamato ad arbitrare una partita di calcio. La figura del whipping boy, infine, ha ispirato due fortunati libri: Il principe e il povero (1881) di Mark Twain e The Whipping Boy (1987) di Sid Fleischman.
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