Si tende a sottovalutare il potere delle aspettative sulle nostre vite. Eppure una mole ormai imponente di studi conferma l’efficacia straordinaria di questo potere. Juliette Volcler, autrice del libro Il suono come arma, ricorda che, durante un’installazione artistica, fu posto al centro della scena un generatore infrasonico, uno strumento che – come fu spiegato – poteva avere effetti fastidiosi e pericolosi sulle persone. In effetti, i visitatori cominciarono a lamentare sensazioni strane e uno di essi chiese perfino di spegnere lo strumento. In realtà, il generatore infrasonico non era mai stato acceso, ma la convinzione che lo fosse, unita alla credenza nei suoi poteri nefasti, aveva generato reali sensazioni di disagio.
Negli anni Sessanta, diversi studi ebbero come soggetti sperimentali gli Hippy. Ad alcuni di essi furono fatte fumare sostanze non ben definite, presentate come sostanze allucinogene, con la stipula di comunicare in seguito le sensazioni provate. Invariabilmente, gli hippy riferivano di provare esperienze di alterazione della coscienza. In realtà, avevano fumato bucce secche di banana, che non contengono alcuna sostanza allucinogena. Ma il fatto che qualcuno avesse detto agli hippy che fumarle causava un trip aveva generato un’aspettativa potentissima.
Piet Vroon, autore di un saggio sulla psicologia dell’olfatto, intitolato Il seduttore segreto, mostra come anche l’olfatto possa essere soggetto al potere delle aspettative:
Durante una lezione, un ricercatore chiese agli studenti se volevano prendere parte a un esperimento che illustrasse la velocità di diffusione di una sostanza nell’aria. Il docente prese una piccola bottiglia da una scatola piena d’ovatta, girò il tappo con cautela, versò il contenuto su un panno di cotone e, girandosi dall’altra parte, allungò il panno in direzione degli studenti. Non appena percepivano l’odore, gli studenti dovevano alzare la mano in segno che il “fronte d’odore” – procedendo verso il fondo dell’aula – li aveva raggiunti. Poco dopo gli studenti in prima fila alzarono la mano e pian piano il fronte fu percepito anche nelle ultime file. Tre quarti degli studenti disse di aver percepito un odore ammorbante e forse anche gli altri l’avrebbero confermato, se non fosse che subito dopo il docente dovette interrompere l’esperimento perché alcune persone sedute davanti furono colte da un senso di nausea e chiesero di poter uscire dall’aula. In quel momento il ricercatore ritenne opportuno rivelare che il panno era impregnato d’acqua.
In un altro studio Salganik e i suoi collaboratori
dissero ai partecipanti, mentendo, che certe canzoni erano state scaricate con grande frequenza, anche se di fatto non avevano avuto alcun successo. Più precisamente, invertirono i dati reali, in modo che ai partecipanti risultasse che le canzoni di minor successo erano state scaricate più volte, e quelle di maggior successo erano state scaricate meno di tutte le altre. Scoprirono di essere in grado di produrre profezie che si auto adempiono, per cui una falsa percezione di popolarità generava, nel tempo, una reale popolarità. Quando le persone pensano che una canzone abbia successo diventa davvero popolare, almeno a breve termine. È vero che le canzoni di maggior successo recuperarono la loro popolarità, ma ci volle un certo tempo, e le canzoni che – prima dell’inversione – erano fra le meno popolari continuarono a essere in cima alla classifica o nei dintorni.
Infine, una mia osservazione che riguarda il calcio (ma è valida per ogni sport). Spesso, quando una squadra è definita in crisi può davvero trovarsi in crisi. È fisiologico che in un campionato di calcio una squadra possa perdere alcune partite. Di solito, se ne perde appena due di seguito è “in crisi”. Ora, può accadere che la squadra non sia effettivamente in crisi da un punto di vista tecnico, tattico o di altro tipo, ma il fatto stesso di essere etichettata come tale può generare una pressione da parte di tifosi, dirigenti e altre squadre tale da far avverare l’aspettativa nefasta. Con risultati disastrosi.
Per saperne di più, vai al mio libro sulle profezie che si autoavverano.
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