C’è un passo dello Zibaldone del Leopardi che contiene una riflessione controcorrente che ci aiuta a comprendere alcuni fenomeni della realtà contemporanea.
Per Leopardi, la barbarie scaturisce dai “progressi della ragione e della civiltà”, perché la ragione indebolisce, se non vanifica, le illusioni, le quali, però, forniscono l’impeto per le grandi azioni che fanno la storia, che altro non sono, in fondo, che “follie”. Le illusioni vanno sotto il nome di “amor di patria”, “ricerca della gloria”, potremmo aggiungere “religione”. La ragione riconduce a errori tali illusioni per cui, in una società “civile” nessuno si sente disposto a seguirle o a sacrificarsi per esse. Ne consegue che l’unica cosa che conta sono i piaceri materiali o, per esprimerci con termini moralistici, “l’avarizia, la lussuria e l’ignavia”.
Ne scaturisce, sorprendentemente per noi che siamo abituati a sentire decantate le lodi della civiltà, che «i progressi della ragione e lo spegnimento delle illusioni» producono la barbarie e che un popolo illuminato non è affatto civile, ma barbaro. Non solo. Ma «la più gran nemica della barbarie non è la ragione ma la natura: (seguita però a dovere) essa ci somministra le illusioni che quando sono nel loro punto fanno un popolo veramente civile».
Che le cose stiano in questi termini, è evidente nella nostra società, giudicata da tutti civilissima. Tutto ciò che interessa uomini e donne cresciuti nell’Occidente progredito sono i consumi materiali, che sono anzi diventati il motore vitale dell’economia su cui si regge il nostro mondo. A nessuno interessa compiere grandi azioni, sacrificarsi per una causa qualsiasi (che pazzia!), dedicare la vita a un’ossessione trascendente (qualsiasi essa sia).
A compiere le “grandi azioni” sono rimasti i “fanatici” religiosi, gli ossessionati dalle sorti climatiche del pianeta, gli estremisti politici e gli altri che la ragione definisce “esagerati”, “estremisti”, “folli” e che la psichiatria etichetta con le sue brave diagnosi a difesa della civiltà del lavoro e dei consumi.
Certo, viviamo in un mondo più sicuro, più comodo, in cui le uniche preoccupazioni sembrano essere dove trascorrere le vacanze di Natale e quale marca di cereali acquistare. Ma – ci dice Leopardi – un mondo privo di illusioni, un mondo che rifiuta le grandi azioni, è un mondo barbaro in cui regna l’egoismo e in cui, forse, non vale la pena vivere, anche se colmo di libri, cultura, scienza, storia.