In un articolo precedente, osservavo che molti studi in psicologia rivelano che gli eventi negativi hanno un impatto maggiore e più duraturo sulla mente umana rispetto agli eventi positivi e che le azioni negative sono per noi più “diagnostiche” delle vere qualità interiori di una persona delle azioni positive, nel senso che riteniamo che un’azione negativa ci dica molto più di una persona di cento azioni positive.
Nell’ambito delle relazioni interpersonali, ad esempio, in particolare nei rapporti di coppia, le comunicazioni negative tra i partner hanno effetti più forti e duraturi sulla coppia delle comunicazioni o delle azioni positive. Secondo lo psicologo John Mordecai Gottman (1942), autore di interessanti studi sulla stabilità coniugale e sulla prevedibilità del divorzio all’interno della coppia, ciò è talmente vero che occorrono almeno cinque azioni positive per controbilanciare l’effetto di un’azione negativa compiuta da uno dei partner. Conducendo importanti ricerche longitudinali sui rapporti di coppia, Gottman e i suoi collaboratori hanno notato che la differenza tra un matrimonio felice e uno destinato alla rovina è che, mentre nelle coppie felici, i momenti conflittuali e negativi sono compensati da interazioni positive, tese a rassicurare, solidarizzare, mostrare amore e comprensione nei confronti dell’altro/a, in quelle infelici, il rapporto vede prevalere il conflitto e le azioni negative su quelle positive. Non solo. Secondo Gottman, le azioni positive devono essere quantitativamente preponderanti – il rapporto indicato è, appunto, 5 a 1 – rispetto a quelle negative. Non basta, in altre parole, chiedere scusa e continuare come se niente fosse. È importante anche, ad esempio, mostrare interesse e affetto, far vedere che l’altro/a è importante, empatizzare autenticamente con il partner, mettersi sinceramente nei panni dell’altro/a, accogliere il suo punto di vista.
Credo che la prospettiva di Gottman, al di là dell’apparente semplicismo matematico, abbia un suo fondamento. Troppo spesso – non solo nei rapporti di coppia – tendiamo a dare per scontati gli altri, a ritenere che un semplice “mi dispiace” ponga fine a ogni conflitto, a credere che una sola azione positiva neutralizzi l’azione negativa. Non è così. Possiamo farne esperienza in ogni ambito dell’esistenza. Gli altri hanno bisogno di sapere che noi abbiamo un atteggiamento fondamentalmente positivo nei loro confronti e questo atteggiamento va quantitativamente corroborato. Non so se siano necessarie esattamente e sempre cinque azioni positive per bilanciare un’azione negativa, ma certamente, se mettiamo a dura prova la fiducia altrui, questa non verrà riconquistata regalando un cioccolatino. Meglio una scatola. Magari accompagnata da piccole e grandi significative azioni di contorno.