In un articolo estremamente interessante e attuale, anche se risalente al 1945, il sociologo Everett Cherrington Hughes faceva notare come la società occidentale sia probabilmente la società con la più grande varietà di status mai esistita. Spesso sul medesimo individuo convergono numerosi status, alcuni dei quali possono entrare in contraddizione, se non in conflitto, con altri. Si crea così quello che Hughes definisce “dilemma di status”. Come esempio – ricordiamo che l’articolo è del 1945 – Hughes fa riferimento alla situazione del nero che diventa un professionista: un medico, un ingegnere ecc. All’epoca, lo status di nero tendeva a imporsi su tutti gli altri, così che un nero che fosse medico veniva visto come un nero che è anche un medico, ma che è soprattutto un nero. Lo status legato al colore della pelle, dunque, era il master status, ossia lo status principale: lo status che soverchiava tutti gli altri. Le cose sono ancora oggi parzialmente vere, sebbene siano cambiate sostanzialmente dai tempi dell’articolo di Hughes. Ancora oggi, qualcuno rifiuta le cure di un medico perché nero, anche se molto meno di ieri.
Uno dei master status più vischiosi nella nostra società italiana è quello di tifoso. Uno “juventino” potrebbe anche essere un ingegnere, un uomo di tendenze politiche destrorse, un ballerino o un conduttore televisivo, ma agli occhi di molti sarà soprattutto uno juventino. L’identità di tifoso fagocita tutte le altre al punto che può condizionare la percezione degli altri status. Così, secondo che anche noi siamo o no juventini, l’etichetta di “juventino” attiverà giudizi positivi o negativi nei confronti del nostro interlocutore, il quale diverrà simpatico o antipatico, affidabile o inaffidabile, credibile o poco credibile. Come quello del nero di cui parla Hughes, anche lo status di tifoso «tends to overpower, in most crucial situations, any other characteristics which might run counter to it» («tende a soverchiare, nella maggior parte delle situazioni cruciali, ogni altra caratteristica che potrebbe contraddirlo» [p. 357]). E il dilemma di status diventa: come decido di considerare la persona che mi è di fronte: come un tifoso o come un medico/ingegnere/parente/collega di lavoro ecc.? A volte il primo corno del dilemma è quello prescelto e lo status di tifoso ha la meglio su tutti gli altri.
Fonte: Everett Cherrington Hughes, 1945, “Dilemmas and Contradictions of Status”, American Journal of Sociology, vol. 50, n. 5, pp. 353-359.