La demonologia medievale ha sviluppato nel tempo un sistema piuttosto articolato di rappresentazione del demonio. Non solo corna, coda e piedi caprini: centinaia sono i modi di manifestarsi del signore delle tenebre. Se volesse – ci dicono i demonologi – il diavolo potrebbe apparire anche in forme angeliche, e addirittura impersonare Gesù, i santi o la Madonna. Ma con una differenza, non sempre evidente agli occhi degli uomini comuni. Lo spiega bene, ancora nel 1926, il teologo Albert Farges in un libro lodato recentemente da Benedetto XVI.
I segni dell’intervento diabolico sono ben noti. Le opere del diavolo hanno sempre almeno alcunché di ridicolo, di inopportuno e di indecente, o addirittura di contrario alla fede e alla morale. Se i suoi vizi fossero eccessivamente palesi, il suo influsso sarebbe presto smascherato; pertanto essi sono sempre dissimulati sotto parvenze più o meno inoffensive, persino sotto menzogneri tratti caratteristici della virtù e della santità. Quando lo desidera, egli si trasforma in angelo di luce. Dio talvolta gli permette di assumere le forme della più alta maestà, come quelle di Nostro Signore, della Beatissima Vergine o dei santi. Ciò nonostante – giacché Dio non lo potrebbe permettere – il camuffamento, per quanto possa essere audace, non e mai perfetto, ed egli si tradisce sempre in un particolare che non può sfuggire a un osservatore attento e prudente. Inoltre l’opera del diavolo è presto smascherata dai suoi malefici effetti, poiché un albero cattivo non può portare buoni frutti (Albert Farges, Mystical Phenomena Compared With Their Human and Diabolical Counterfeits, tr. S.P. Jacques, London 1926, pp. 330-331).
Seguendo queste istruzioni, il diavolo potrebbe apparire come un bel giovane affetto da zoppia, una bella ragazza con la coda, un prete incapace di camminare all’indietro e così via. Mille difetti tradiscono Satana. Secondo il teologo Donald Anthony Foley, le presunte apparizioni della Madonna a Medjugorje dovrebbero essere ricondotte a manifestazioni diaboliche perché, secondo le veggenti, la Madre di Gesù tremò durante una delle sue prime comparse e in un’altra rise: tremori e risate non si addicono alla Beata Vergine (Foley, D. A., 2017, Comprendere Medjugorje. Visioni celesti o inganno religioso?, Edizioni Cantagalli, Lugano – Siena). Come si vede, la tentazione di rilevare anomalie e difetti in chi ci appare dinanzi può facilmente stimolare un pensiero paranoico. Ognuno di noi, se si impegnasse, potrebbe identificare difetti e distorsioni nelle persone che ci circondano. Il male si annida ovunque.
Se escludiamo le aberrazioni paranoiche, però, è opportuno segnalare che lo stesso principio teologico esposto da Farges, si applica anche in criminologia, che è poi una demonologia laica. Pensate alla numerose mail truffaldine che arrivano ogni giorno a milioni di destinatari in tutto il mondo. Si tratta di messaggi in cui la vittima è invitata ripetutamente a comunicare dati personali, finanziari, sessuali, sanitari ecc. a mittenti che camuffano le proprie mail con loghi (INPS, Ministero, Regione, Banca ecc.) e frasi in stile burocratico che fanno pensare ad autentiche comunicazioni istituzionali o aziendali. Come distinguere le mail vere da quelle truffaldine? Dalla presenza di anomalie: un italiano zoppicante, un segno di punteggiatura mal posto, una richiesta ingiustificata. Come insegna la Chiesa, il diavolo è nei dettagli. E anche se pochi di noi credono che il demonio possa davvero assumere forme umane e piedi caprini, la criminologia ci insegna che può apparire in mille forme contemporanee, siano esse tecnologiche o tradizionali. Dobbiamo dunque diventare osservatori “attenti e prudenti” in modo da cogliere i particolari che tradiscono il male.