Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini. Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero. Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall’Egitto in forma di focacce azzime, perché non era lievitata: erano infatti stati scacciati dall’Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio (Esodo 12, 37-39. Bibbia CEI).
Sui numeri della Bibbia sono stati scritti numerosi articoli e saggi. Certamente, anche il lettore più acriticamente disposto a credere nei suoi racconti, non può non rimanere sconcertato dal fatto che, ad esempio, in base a quanto scritto in alcuni passi dell’Antico Testamento, Matusalemme sarebbe vissuto fino all’età di 969 anni; Noè fino a 950 anni; Adamo fino a 930; Lamech fino a 777 e così via. E questo in un’epoca in cui il numero massimo di anni a cui era possibile realisticamente aspirare era inferiore ai 50!
La cabala ha tentato di interpretare questi numeri in chiave simbolica per cui, ad esempio, l’età di Adamo – 930 anni – risulterebbe dalla sottrazione di 70, numero della perfezione, a 1000, numero di Dio. Ma se consideriamo che la simbologia religiosa è estremamente fertile, sarà sempre possibile attribuire un significato simbolico a qualsiasi numero, tanto non sarà mai possibile essere smentiti. Anzi, più una interpretazione simbolica appare misteriosa ed elegante, più sembrerà credibile.
Ma ritorniamo al brano di Esodo in apertura. Una fuga di seicentomila uomini (a cui bisogna aggiungere donne e bambini, per cui il numero dei fuoriusciti dall’Egitto potrebbe toccare addirittura i tre milioni) appare francamente inverosimile, soprattutto se si considera l’assenza di provviste atte a sfamare tante persone.
Più realistico pensare a una interpretazione errata del termine ebraico elef, che non significa solo “migliaia”, ma anche “capi di famiglia”. Mosè, dunque, avrebbe condotto con sé seicento famiglie, non seicentomila uomini, per un totale di seimila persone al massimo. Un numero sicuramente impegnativo, ma sempre più gestibile di tre milioni!
Le vicende della Bibbia sono relative a una “epoca del pressappoco” in cui i numeri non avevano la medesima rilevanza della nostra “epoca della precisione”. Non dovremmo, dunque, compiere l’errore anacronistico di attribuire a genti di quattromila anni fa la stessa cultura aritmetica che noi diamo per scontata.
Anche i numeri, infatti, contrariamente a quanto ci viene insegnato a scuola, risentono di una dimensione sociale e culturale.
Fonti:
Beretta, R., Broli, E., 2002, Gli undici comandamenti. Equivoci, bugie e luoghi comuni sulla Bibbia e dintorni, PIEMME, Casale Monferrato (AL), pp. 20-24; 47-48.
Koyrè, A., 1992, Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione, Einaudi, Torino.