Come spieghiamo virus e pandemie? Nel suo celebre Spillover, lo scrittore David Quammen cita l’antropologo Barry Hewlett, autore di una ricerca sui sistemi di credenze attraverso cui alcuni popoli africani spiegano il virus Ebola. Un ruolo importante in questi sistemi è svolto dalla stregoneria.
Nel Gabon nordorientale, ad esempio, molti locali attribuiscono Ebola all’opera di un ezanga, cioè un “vampiro” o “spirito maligno”. Gli ezanga sono spiriti cattivi che sembrano persone e provocano le malattie in chi accumula ricchezze materiali e non le divide con la comunità. I ricchi che si comportano con altezzosità nei confronti degli altri e non condividono i loro beni sono, dunque, particolarmente presi di mira e la stregoneria diviene un modo per livellare i destini sociali.
Anche un altro gruppo etnico, gli acholi, attribuiscono l’arrivo di Ebola a cause sovrannaturali. I loro spiriti maligni si chiamano gemo e a volte calano come trasportati dal vento per provocare ondate di malattie e morte. Il loro arrivo è causato dal mancato rispetto degli spiriti naturali.
Per prevenire l’azione degli spiriti cattivi, gli acholi impongono l’isolamento dei pazienti in una casa speciale e distinta dalle altre; gli spostamenti tra un villaggio colpito e gli altri sono limitati; non si hanno contatti sessuali con i contagiati; è proibito nutrirsi di carne putrefatta o affumicata; sono sospese le tradizionali pratiche funebri, in cui il cadavere è esposto all’omaggio di amici e parenti, che fanno la fila per toccarlo per l’ultima volta; è proibito danzare. Per il principio dell’eterogenesi dei fini, queste pratiche finiscono con l’avere gli stessi effetti pratici di quelle messe in campo nei paesi dell’Occidente del mondo.
Per queste popolazioni, dietro ogni malattia, c’è l’azione nefasta di uno spirito del male e pratiche di magia nera, dietro le quali ci sono gelosie e animosità. In casi estremi, si può giungere a bruciare la casa dell’individuo ritenuto responsabile e chiunque sia in qualche modo diverso dalla massa è guardato con sospetto. Spesso, quando l’epidemia si diffonde a tal punto da coinvolgere quasi tutti gli abitanti, la stregoneria non è più una spiegazione plausibile e si invocano interventi soprannaturali di altro tipo.
Chi pensasse che queste credenze sono appannaggio di popoli “incivili” e “primitivi” farebbe bene a ricredersi. Nel razionale Occidente, le spiegazioni proposte per dar conto dell’arrivo e della diffusione del Coronavirus non sono state sempre razionali. Pur escludendo le interpretazioni religiose (il virus come segno apocalittico o intervento diabolico), anche noi abbiamo i nostri spiriti maligni. C’è chi pensa che dietro tutto ci sia un laboratorio cinese che abbia prodotto il virus per un esperimento militare o per un errore; chi attribuisce la colpa a istituti che producono vaccini o a un piano per decimare la popolazione mondiale architettato da Bill Gates. In Italia gli untori sono diventati, di volta in volta, i pipistrelli, i cinesi, gli italiani del Nord, gli italiani del Sud residenti al Nord per studio o per lavoro, i giovani, i runner, i no-mask, il 5G ecc. Nemmeno i rimedi per il virus sono sfuggiti alla ricerca dell’irrazionale a tutti i costi. Tra questi troviamo: fare gargarismi con la candeggina; lavarsi i capelli e gli indumenti indossati ogni volta che si rientra a casa; mangiare aglio; bere tanta acqua o bevande calde; bere alcolici; assumere tante proteine e vitamine, soprattutto vitamina C; ricorrere allo yoga o a rimedi ayurvedici; respirare aria calda dall’asciugacapelli; ingerire acqua e bicarbonato o metanolo ed etanolo.
I sistemi di interpretazione che si impongono in occasione di eventi letali e inattesi, come i virus, finiscono con il pagare un pesante prezzo alla paura e all’ansia e crollano, o almeno cedono sensibilmente, di fronte all’immane potenza del negativo. Per parafrasare Hegel, il virus diventa la notte in cui tutte le vacche sono nere e in cui ogni spiegazione alternativa alla ragione diventa luce. E questa luce splende a oriente e a occidente, a nord e a sud.