La storia di Giacobbe e della sua famiglia, narrata in Genesi 29-30, è molto interessante per chi crede di poter trovare un fondamento religioso a un concetto vago e ingannevole quale quello di “famiglia naturale”. Secondo la Bibbia, Giacobbe va da Labano per sfuggire alla collera del fratello Esaù al quale ha sottratto la primogenitura. Labano è il fratello di sua madre Rebecca e ha due figlie: la poco avvenente Lia, la maggiore, e Rachele. Giacobbe vede Rachele e se ne innamora. Per sposarla accetta di servire lo zio per sette anni. Al termine del periodo, Labano, in maniera truffaldina, gli dà in sposa Lia e non Rachele perché dalle loro parti si usa così. Per sposare Rachele, Giacobbe è costretto a servire Labano per altri sette anni. Curioso. Ma non è finita. Per aumentare la sua progenie, Giacobbe accetta di giacere sia con Zilpa, la schiava di Lia, sia con Bila, la schiava di Rachele. Risultato: 12 figli più, si suppone, alcune figlie, tra cui una di nome Dina.
Secondo i nostri standard, Giacobbe è dunque bigamo, adultero e incestuoso, essendo Lia e Rachele sue cugine. Inoltre, ricorre spesso a madri surrogate – il fenomeno denominato oggi dell’utero in affitto – rappresentate dalle due schiave Zilpa e Bila (era anche uno schiavista oltre che evidentemente un maschilista).
Giacobbe è considerato un padre dell’Ebraismo e un eroe del popolo di Israele. Un modello di vita. Eppure, chi di noi indicherebbe nelle vicende familiari di Giacobbe un esempio da imitare per costituire una famiglia? “Naturale”, poi. Secondo gli standard contemporanei, Giacobbe finirebbe in carcere e sarebbe additato come un essere miserevole. Tuttavia, molti sostenitori della “famiglia naturale” si rifanno alla Bibbia per giustificare le loro convinzioni. Forse non conoscono la Bibbia. Forse sono consapevoli della truffa.
Per quanto mi riguarda, farei volentieri a meno del concetto di “famiglia naturale”, soprattutto quando viene adoperato come strumento di mistificazione per sostenere forme di famiglia niente affatto naturali, bensì storicamente determinate. Ogni volta che un fenomeno sociale è definito “naturale” non si fa altro che prendere una sua forma socialmente e storicamente costituita e “congelarla” per renderla eterna. Magari dopo averla “condita” di qualche “verità” religiosa.
“Naturale” è un artifizio retorico e propagandistico per dare forza a determinate posizioni e dovremmo sempre arricciare il naso quando qualcuno vuole spacciarci per “naturale” un fatto sociale.
…un testo fuori dal contesto diventa un pretesto per dire quello che si vuole….
1) il racconto nel suo contesto storico non è discutibile come può esserlo nel 2019
2) La legge sull’incesto è posteriore…arriva con la legge mosaica..
3) La poligamia era accettata allora più di quanto lo è oggi anche se non è un comando
di Dio….