Gaslighting

Gaslight (in italiano Angoscia) è un film del 1944 diretto da George Cukor, che ha come attori principali Ingrid Bergman, Charles Boyer e Joseph Cotton

La trama. Dopo la morte per strangolamento di sua zia, la cantante lirica Alice Alquist, avvenuta a Londra, la quattordicenne Paula (Ingrid Bergman) va in Italia per dimenticare la sciagura. Rimane nel nuovo paese per circa 10 anni. Qui, durante alcune lezioni di canto, conosce Gregory Anton (Charles Boyer), di cui si innamora e che sposa. Gregory la persuade a ritornare a Londra nella casa della zia per esorcizzare in sua compagnia i fatti di dieci anni prima. A tal fine, le suggerisce di riporre in soffitta i mobili e gli oggetti che le ricordano la morte della parente. A Londra, pochi giorni dopo l’arrivo della coppia, Paula trova per caso la lettera di un misterioso ammiratore della zia, un certo Sergio Bauer. Gregory gliela strappa via con forza, adducendo a spiegazione del suo comportamento l’effetto deprimente che la lettera avrebbe su di lei.

Da quel momento, Gregory diffonde la voce che Paula non stia bene, fa in modo che la moglie “perda” una spilla e altri oggetti o “non ricordi” dove li ha messi (come nel caso di un vecchio quadro). Fa in modo da isolarla sempre più dal mondo esterno. Durante una serata in pubblico, le fa credere di aver perso l’orologio a causa sua, inducendole una reazione isterica. Suggerisce alla moglie che “immagina” cose che non corrispondono alla realtà. Insinua alle cameriere che Paula stia perdendo la testa. Fa finta di uscire di casa ogni sera per poi rientrarvi attraverso un passaggio segreto e trascorrere le notti in soffitta alla ricerca di qualcosa. Questo comportamento altera l’illuminazione a gas (gaslight) della casa, condizionando la percezione della donna. Paula, inoltre, ode dei passi in soffitta prodotti dal marito, ma che lei non riesce a spiegare. Gregory arriva al punto di negare che la moglie abbia trovato una lettera a firma di Sergio Bauer. Ben presto, Paula comincia a diffidare della propria memoria e della propria mente e Gregory le lascia intendere che farà la fine della madre, ricoverata in un manicomio quando era molto piccola.

In realtà, Gregory Anton e Sergio Bauer sono la stessa persona. È stato Gregory/Sergio a uccidere la zia di Paula e ad architettare un complicato piano per sposare la giovane, condurla gradualmente alla follia e mettere le mani sui gioielli della zia che non era riuscito a trovare quando l’aveva uccisa e che cerca disperatamente in soffitta ogni notte.

Ala fine, grazie all’aiuto di Brian Cameron di Scotland Yard (Joseph Cotten), la trama di Gregory viene scoperta e il colpevole è condotto in prigione, mentre lo spettatore intuisce che tra Brian e Paula possa nascere qualcosa.

Prendendo spunto dal film, gli psicologi hanno coniato il termine gaslighting per indicare una forma di comportamento manipolatorio finalizzato ad alterare la percezione e la memoria della vittima, seminando nella sua mente continui dubbi sulla propria salute mentale e isolandola dalla realtà. Il gaslighter adopera continuamente e persistentemente la negazione, il depistaggio, la contraddizione, la mistificazione e la menzogna, nel tentativo di controllare completamente la vittima, destabilizzarla e screditare le sue convinzioni.

Il gaslighter di solito:

  1. cela informazioni più o meno importanti alla vittima;

  2. contraddice o distorce le informazioni in possesso della vittima in modo che questa convenga con il suo modo di vedere le cose;

  3. sminuisce o scredita le informazioni che possono contraddire il suo piano;

  4. rivolge accuse, rimproveri o parole di disapprovazione e mortificazione alla vittima per i suoi “errori percettivi e di memoria”, sotto forma di scherzi, ironie o sarcasmi;

  5. distoglie l’attenzione della vittima da possibili fonti esterne che potrebbero offrire una visione alternativa delle cose;

  6. svilisce l’autostima della vittima erodendo gradualmente la sua individualità e i suoi processi cognitivi.

Gertrude Zemon Gass e William C. Nichols, in un articolo intitolato “Gaslighting: A Marital Syndrome” (“Gaslighting: una sindrome coniugale), sostengono che i mariti che tradiscono le mogli ricorrono spesso al gaslighting. Ad esempio, mentono di frequente, tentando di celare la verità o di falsificarla; negano le percezioni della moglie, accusandola di immaginare cose che non esistono; danno la colpa alla moglie di ciò che succede o la accusano di gelosia estrema.

Le mogli, al tempo stesso, possono reagire a queste manovre negando che ne siano vittime, temendo di star diventando pazze o venendo sopraffatte dalla sofferenza.

Il gaslighting trova applicazione anche nel mondo del lavoro e in politica. Nel primo caso, può essere parte integrante di un processo di mobbing e mira a destabilizzare il lavoratore, alterando i suoi punti di riferimento e il rapporto con i colleghi. Nel secondo caso, chi opera in politica può ricorrere alle tecniche del gaslighting per distorcere e confondere la realtà e conseguire vittorie e vantaggi con il beneplacito o a dispetto degli elettori. Il gaslighter in politica diffonde sistematicamente fake news, accusa l’avversario di nefandezze infondate, fa promesse che poi non mantiene o afferma che gli elettori hanno frainteso le sue intenzioni, nega ripetutamente le proprie dichiarazioni, mistifica in continuazione le proprie parole. Il comportamento di Nixon, Clinton e Trump negli Stati Uniti ha fatto di frequente uso di tecniche di gaslighting per sostenere il proprio punto di vista.

Gli studi sul gaslighting sono ancora relativamente pochi e limitati, per lo più, ai rapporti di coppia. Sarebbe interessante estendere l’uso del concetto ad altri ambiti – familiare, scolastico, turistico, lavorativo, sociale ecc. – per comprendere tutte le dannose influenze che tale tecnica di manipolazione ha sulle persone.

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