Che conseguenze ha avuto, ha e avrà la recente pandemia di Sars-CoV-2 sulla società? Come siamo cambiati in seguito alla imposizione di quelle forti forme di contenimento sociale che vanno sotto il nome anglofono di lockdown? Quali generi di reazione sociale sono stati innescati dal virus che da un anno a questa parte domina le nostre esistenze, costringendole a pesanti torsioni fin nella quotidianità più intima? E che cosa può fare la sociologia al riguardo? La Sars-CoV-2 è una faccenda di biologi, virologi e medici o interessa – e deve interessare – anche il sociologo, l’antropologo, lo psicologo? In breve, lo scienziato sociale?
A queste e ad altre domande affini tenta di rispondere il mio nuovo libro, Epidemia e panico morale (Homeless Book, 2021) che mira a considerare il fenomeno Sars-CoV-2 da una prospettiva privilegiata: quella del panico morale e delle epidemie psicosociali. Perché è indubbio che, tra le altre cose, la Sars-CoV-2 ha generato – e sta generando – forme diverse di panico morale tra la popolazione con conseguenze ancora tutte da accertare e ponderare.
Adottando la prospettiva citata, Epidemia e panico morale applica i concetti e le riflessioni di sociologi come Stanley Cohen e Philip Strong alla recente pandemia nel presupposto che “le epidemie non sono un fenomeno che interessa esclusivamente la medicina, la fisiologia e l’epidemiologia, ma anche la sociologia e la psicologia e che le conseguenze psico-sociologiche delle epidemie hanno un impatto forte sulle società al cui interno esse circolano, tanto che si può, a buon diritto, parlare di “epidemie psicosociali”.
Ribaltando l’ottica dominante sulla pandemia, il libro fa proprio l’apoftegma del celebre scienziato Rudolf Virchow (1821-1902), secondo cui «un’epidemia è un fenomeno sociale che ha alcuni aspetti medici». L’epidemia di paura e di panico morale che accompagna l’attuale epidemia da Sars-CoV-2 è, dunque, un fatto sociale reale e uno straordinario campo di intervento potenziale per il sociologo. È necessario allora affinare concetti e strumenti adeguati a farvi fronte ed evitare di farsi fuorviare da chi vorrebbe ridurre tutto a mero fatto medico.
In questo senso, il libro propone alcune tracce di intervento possibile per il sociologo accademico e professionale nella convinzione che i sociologi abbiano molto da dire sull’argomento, ma debbano prima acquisirne consapevolezza.
Conclude il volume una stimolante postfazione di Gianluca Piscitelli.
È proprio questo il compito del sociologo che vive l’attuale emergenza sanitaria: districare l’ordito della società nel caos della crisi pandemica. E farlo con i concetti e i metodi della sua disciplina. Senza frenesie cliniche.
Il libro è liberamente scaricabile da questo link.