Uno degli argomenti più noti della Chiesa cattolica contro Halloween è che questa sarebbe una festa pagana e che non avrebbe niente a che fare con feste “nostre” come il Natale. In realtà, uno sguardo appena attento sulla vicenda (vedi qui per una raccolta critica di molte delle balle che circolano su Halloween) ci fa capire che Halloween ha origini sì “pagane” (non tutti, comunque, sono d’accordo) ma sulle quali si sono innestati motivi cristiani, come quello della festa di Ognissanti (non a caso Halloween significa letteralmente “Tutti i santi”). Proprio come Natale, festa cristiana innestata su tradizioni pagane: la nascita di Cristo (che non è nato il 25 dicembre) va a incistarsi, infatti, in note celebrazioni pagane come la festa del solstizio d’inverno e la celebrazione romana dei saturnali.
Del resto la Chiesa cattolica ha da sempre fagocitato motivi religiosi diversi dai suoi per piegarli ai propri fini. Questa pratica cannibalesca è esemplificata da una epistola inviata nel 601 da Gregorio Magno a Mellitus e Agostino di Canterbury sul miglior modo di impiantare il cristianesimo nelle lande pagane dell’Inghilterra dell’epoca. Eccone una parte:
Dì ad Agostino che non dovrà distruggere i templi degli dei, bensì gli idoli lì presenti. Al loro posto porrà altari e reliquie dei santi dopo aver purificato i templi con acqua santa. Infatti, se quei templi sono stati costruiti con perizia, dovrebbero essere convertiti da luoghi di culto dei demoni a luoghi posti al servizio del vero Dio. In questo modo, vedendo che i loro luoghi di culto non sono distrutti, il popolo allontanerà l’errore dal cuore e si recherà in luoghi noti e a lui cari in riconoscimento e adorazione del vero Dio. Inoltre, poiché è loro costume sacrificare il bestiame, essi dovrebbero sostituire al sacrificio una celebrazione solenne. Lasciate dunque che essi costruiscano le loro capanne intorno a quelli che un tempo erano i loro templi e che festeggino l’avvenimento con celebrazioni religiose il giorno in cui saranno dedicate le loro chiese o durante la festa dei martiri le cui reliquie sono conservate nelle chiese. Essi sacrificheranno e mangeranno gli animali non più come offerta al diavolo, ma per la Gloria di Dio che essi ringrazieranno, dopo essersi saziati, in quanto donatore di ogni cosa. In questo modo, non venendo privati di tutte le gioie esteriori, essi assaporeranno più facilmente quelle interiori. Naturalmente, essendo impossibile cancellare d’un tratto tutto ciò che è presente nei loro cuori caparbi, bisognerà procedere come chi desideri raggiungere la cima di una montagna, che ascende un po’ alla volta, per fasi, non a passi da gigante… Dì questo a nostro fratello, il vescovo, affinché egli si occupi della faccenda come meglio ritiene a seconda delle condizioni del tempo e del luogo.
Alla luce di questa epistola, mi sembra davvero ipocrita parlare di feste “nostre” e feste “pagane”. Le tradizioni religiose cattoliche non sono certamente pure, come vuole la vulgata propagandistica ecclesiastica, e presentano TUTTE enormi stratificazioni e sedimentazioni pre-cristiane (e altro ancora). Ciò in cui credono i cristiani è un agglomerato di motivi religiosi misti e mutevoli nel tempo sui quali è stata passata una mano di vernice essenzialistica e universalistica che ha lo scopo di cancellare con un colpo di bacchetta magica proprio il fatto che le cose non sono sempre state così. Chi si definisce cristiano dovrebbe sapere che ciò in cui crede non è affatto così unicamente “cristiano” come gli viene fatto credere sin dalla nascita. In questo periodo, allora, l’augurio più onesto che si possa dare è il seguente: buone feste pagano-cristiano-secolari e altro ancora!